“La Regione Sardegna continua a discriminare gli studenti delle scuole paritarie, i quali verranno esclusi dalle azioni a sostegno al diritto allo studio. Si tratta di una mancanza gravissima che causerà l’aggravarsi di una ingiustizia inaccettabile”. Lo dice a Cagliaripad Roberto Mura, responsabile regionale per le politiche per i giovani di Forza Italia, fortemente impegnato nella difesa dei diritti delle famiglie sarde, in merito alla delibera della Giunta regionale “Azioni di sostegno al diritto allo studio 2017” licenziata il 28 novembre scorso.

Nel pomposo incipit la delibera recita: “L’Assessore della Pubblica Istruzione rileva che il diritto allo studio, da realizzarsi mediante l’attivazione di appositi interventi di sostegno, oltre che un principio sancito dagli articoli 3 e 34 della Costituzione, rappresenta uno strumento imprescindibile per la realizzazione della strategia di governo regionale che pone l’istruzione al centro del processo di ripresa e di sviluppo sociale, culturale ed economico della Sardegna”.

Però si dimentica degli studenti delle scuole paritarie e stanzia i soldi solo per gli studenti delle scuole pubbliche, con un malizioso sottintendimento ‘di statali’: “Al fine di gestire le risorse dedicate al diritto allo studio in un’ ottica di integrazione e complementarità tra i fondi regionali e nazionali e di semplificare i procedimenti amministrativi in favore delle famiglie e delle Amministrazioni comunali, l’Assessore propone di attivare le azioni di sostegno al diritto allo studio per il 2017 attraverso i seguenti interventi: borsa di studio di cui alla legge regionale n.5/2015, destinata agli studenti delle scuole pubbliche primarie, secondarie di primo e di secondo grado che appartengono a famiglie svantaggiate con un ISEE non superiore a 14.650 euro, per il rimborso delle spese scolastiche sostenute durante l’ anno scolastico 2016/2017, per un importo pari a 1.000.000 di euro”.

“L’attuale Giunta regionale è succube della sua stessa ideologia – spiega Roberto Mura -, che non gli permette di riconoscere il grande contributo che le scuole paritarie danno a tutti il sistema scolastico regionale. Le scuole paritarie sono scuole pubbliche non statali, riconosciute dalla legge n. 62 del 10 marzo 2000. A 18 anni dalla legge sulla parità scolastica, che definisce il sistema dell’istruzione come composto da scuole statali e paritarie, l’attuale Giunta persiste nel suo attacco alla scuola pubblica paritaria”.

Nessun aiuto agli studenti meritevoli dunque colpevoli solo di frequentare le tanto vituperate scuole private, che per legge dello Stato sono equiparate, art. 1 della legge 62/200, alle pubbliche: “Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall’articolo 33, comma 2 della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali”.  Nonostante ciò la Giunta regionale delibera “di attivare le azioni di sostegno al diritto allo studio 2017, in favore degli studenti residenti nel territorio regionale, attraverso i seguenti interventi: Borsa di studio di cui alla legge regionale n.5/2015, destinata agli studenti delle scuole pubbliche (nb., non paritarie) primarie, secondarie di primo e di secondo grado che appartengono a famiglie svantaggiate con un Isee non superiore a 14.650 euro, per il rimborso delle spese scolastiche sostenute durante l’ anno scolastico 2016/2017, per un importo pari a 1.000.000 di euro”.  Una discriminazione inaccettabile per il ruolo che le scuole paritarie svolgono nella società aiutando le famiglie disagiate (che spesso vengono esonerate dal pagamento della retta) e gli studenti meritevoli. Ancora una volta la Regione fa autogol, senza guardare regioni come l’Emilia Romagna che hanno un sistema un buon sistema scolastico integrato tra pubblico statale e paritario. “Si attende quindi – conclude Roberto Mura – di vedere la graduatoria finale, che dovrebbe essere stilata tenendo conto della legge 62/2000 per verificare se la Regione effettivamente stia applicando la legge sulla parità scolastica”.