La vendita di una villa in Costa Smeralda tramite un’asta pilotata sarebbe all’origine dell’inchiesta condotta dalla Procura di Roma che vede coinvolti un giudice e alcuni magistrati del Tribunale e della Procura di Tempio Pausania, oltre a un perito che opera nel palazzo di Giustizia.

Questa mattina la Guardia di Finanza e gli uomini della polizia di Olbia hanno eseguito accertamenti all’interno del Tribunale gallurese per raccogliere documentazione relativa all’acquisto di una villa a Baia Sardinia.

L’immobile, appartenuto alla società Collina Bianca di Sebastiano Ragnedda, famiglia titolare delle tenute vitivinicole Capichera, era stata venduta all’asta. Ma, in base alle prime informazioni che trapelano sull’operazione di questa mattina, la vendita del bene sarebbe stata pilotata.

L’ipotesi di reato per i magistrati e il tecnico coinvolti sarebbero, a vario titolo, quelle di abuso d’ufficio, turbativa d’asta e falso. Nei confronti del giudice Alessandro Di Giacomo, già indagato, sarebbe stata emessa una misura interdittiva di un anno. La misura è stata disposta dal gip di Roma Giulia Proto. Interdizione di un anno anche per un ingegnere, Ermanno Giua, autore di una consulenza tecnica. La procura di Roma aveva chiesto l’arresto in carcere per i due, ma il gip ha ritenuto più idonea la misura dell’interdizione.