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Sono i piccoli Comuni, molti dei quali rischiano di scomparire a causa di un inarrestabile spopolamento, i custodi dei tesori agroalimentari. Un patrimonio che contraddistingue la Sardegna e l’Italia, Paese europeo della biodiversità, che racchiude la storia e l’identità di un territorio e di un popolo.

Oggi a Roma i tesori nascosti nei piccoli Comuni sotto i 5 mila abitanti sono stati protagonisti dell’iniziativa promossa da Coldiretti e Fondazione Symbola per l’apertura dell’anno nazionale del cibo italiano nel mondo. Nell’Isola la quasi totalità dei prodotti Dop e Igp viene coltivato, allevato e trasformato sul territorio sardo: si va dal carciofo spinoso al pecorino, dallo zafferano ai culurgionis d’Ogliastra, dall’olio extravergine all’agnello sardo.

E’ quanto emerge dallo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità” presentato, sempre a Roma, a Palazzo Rospigliosi, per raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici. Tra i prodotti tipici sardi esposti nella capitale spiccano il torrone di Tonara, lo zafferano di Turri e il Dolcesardo di Arborea.

“I piccoli Comuni sono una risorsa fondamentale per la nostra regione – sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – sono i custodi delle produzioni di nicchia, che sopravvivano proprio grazie a questi centri a rischio estinzione per via dello spopolamento”. “Sono prodotti che racchiudono spesso una storia millenaria, la cultura e l’identità della nostra terra – spiega il direttore dell’organizzazione di categoria Luca Saba – Molti di questi li stiamo valorizzando con i mercati di Campagna Amica, ma occorrono politiche più incisive per salvaguardare i piccoli Comuni, dei quali i prodotti tipici e di nicchia ne sono l’espressione”.