In tanti hanno seguito nelle settimane scorse le sorti del branco di cavalli che si trovano a Gennefuntana, nelle montagne tra Dolianova, Sinnai e Burcei e si sono attivati in vari modi per portare loro soccorso. L’estrema siccità di quest’anno ha colpito duramente i cavallini e molti sono morti. Sulla faccenda è intervenuta anche l’ASL insieme con il Corpo Forestale Regionale ha portato all’individuazione di altri animali deceduti.

“Questi cavalli – afferma Roberto Corona della Lav di Cagliari, Lega anti vivisezione – hanno il privilegio di vivere veramente liberi, a differenza di tutti quelli che sono vittime dello sfruttamento ippico e sportivo, di manifestazioni come palii e giostre, o utilizzati come mezzo di trasporto ed è così che dovrebbero continuare a vivere, anche dopo che questa emergenza sarà superata. Ovviamente dovranno essere monitorati e tutelati anziché essere considerati un problema. A tal proposito, esortiamo le Istituzioni e gli Enti preposti ad un maggiore e più efficace controllo del territorio, ad attuare azioni di tutela ambientale e di salvaguardia degli equidi che ormai hanno acquisito abitudini alla vita selvatica”.

Il branco storico pare si sia insediato in quelle zone impervie e disabitate da decenni ormai.

“Il fenomeno trae origine dalla pratica di abbandonare i cavalli di proprietà, non microchippati e non registrati, lasciati vagare senza cibo ed accudimento per il territorio. Il destino però non riserva loro solitamente condizioni favorevoli dove poter sopravvivere. Senza zone di pascolo e disponibilità d’acqua sufficienti, muoiono di fame e sete. Spesso attraversano le strade principali causando incidenti molto pericolosi con automezzi, sempre mortali per loro. Altre volte vengono uccisi a fucilate o sono vittime di maltrattamenti.  In questo caso, per loro fortuna, l’habitat le condizioni hanno permesso loro di sopravvivere ed adattarsi”.

La LAV resta in attesa di conoscere l’esito degli esami effettuati dalla Asl per accertare eventuali malattie come eventuale causa dei decessi. Nessuno dei cadaveri risultava chippato. Si rende necessario effettuare intensi controlli sulla chippatura degli animali per fermare il fenomeno dell’abbandono equino e offre disponibilità per qualunque confronto sulla tematica.

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