“Siamo la prima forza politica del Paese e anche guardando a come sono andate le cose in Sicilia a ottobre credo che abbiamo concrete possibilità di arrivare al 40 per cento”. Lo dice, il candidato premier del M5s, Luigi di Maio, nell’isola per la campagna elettorale.

Nel caso di vittoria, nei primi 100 giorni, spiega di Maio, “taglieremo sprechi, privilegi e ingiustizie. E aboliremo 400 leggi inutili o dannose che rendono infernale la vita a imprese e famiglie. Meno burocrazia significa più qualità della vita. Daremo poi il via alla nostra riforma fiscale, dalla riduzione delle aliquote Irpef all’intervento sul cuneo fiscale. Metteremo in piedi il nostro piano di investimenti produttivi che nei 5 anni successivi darà forza all’occupazione e all’economia, aiutandoci a ridurre il rapporto debito/Pil”. Per quanto riguarda l’isola, Di Maio indica la strada nel “puntare sull’agroalimentare innovativo e d’eccellenza, sull’informatica e sulle nuove tecnologie: è fondamentale”.

“Secondo noi – aggiunge – non è necessario inserire in Costituzione che la Sardegna è un’isola. Basta guardare una cartina geografica per capirlo”. Al ministro Carlo Calenda che ha detto che è impossibile pensare alla Sardegna senza industrie Di Maio risponde: “Nessuno qui è contro le industrie a patto che ci sia uno sviluppo sostenibile, non come è stato per esempio nel Sulcis vittima di uno sviluppo che ha avvelenato e impoverito il territorio lasciando senza lavoro e risparmi intere generazioni. Quello che è impensabile è una Sardegna senza turismo, senza enogastronomia, senza agricoltura. Produrre in maniera sostenibile si può e si deve fare”.

“Siete la regione che ha dato i natali a Berlinguer, ma che fine ha fatto da voi la questione morale? Avete candidati coinvolti nella P3 e indagati per altri reati”. Lo ha detto Luigi Di Maio, parlando alla platea di Nuoro, terza tappa della sua giornata in Sardegna dopo Cagliari e Carbonia.

“Propongo agli altri partiti di dare ai candidati impresentabili i nostri moduli per firmare la loro rinuncia – ha aggiunto il candidato premier del M5S – solo così si possono ripulire le liste dagli impresentabili nei partiti di destra e di sinistra”.

M5S, Di Maio: “Non faremo scambi di poltrone”. “La larga coalizione è quella che si è formata attorno alla legge elettorale”. Così, Luigi Di Maio a Cagliari rispondendo a Matteo Renzi che ieri ha parlato di una larga coalizione già esistente tra Lega e grillini.

“Lega, Pd e Forza Italia si sono votati la legge elettorale per mettersi assieme il giorno dopo le elezioni, ma – ha aggiunto il capo politico del M5S – la novità è che Forza Italia e Lega non hanno il 51%, e che Pd è Forza Italia non hanno il 51%, quindi dovranno avere a che fare con noi per riuscire a fare un Governo, dovranno chiedere a noi. Ma noi – ha concluso Di Maio -non faremo scambi di poltrone”.

“Sardi, fidatevi di noi”. Per tutta la durata della camminata al suo fianco c’era il velista Andrea Mura, candidato alla Camera in Sardegna. “È una delle nostre competenze che mettiamo in campo – ha detto Di Maio – metterà per noi cuore e testa”.

Durante la passeggiata il leader pentastellato si è fermato a parlare con tante persone. Qualcuno gli ha parlato dei problemi della sanità in Sardegna. “Vi dicono che magari l’ospedale – ha detto Di Maio – è a trenta chilometri, ma sono magari trenta chilometri di curve”. Un commerciante gli offre un mandarino. E lui accetta e degusta: “Buonissimo – risponde – a buon rendere: buon lavoro”. E ancora: un uomo gli racconta della situazione di crisi del porto canale di Cagliari.

“Fate qualcosa”, gli dice. E lui risponde: “Mandiamoli via – dice parlando di chi governa – e poi vediamo”. A una donna che si avvicina per stringergli la mano Di Maio dice: “Ricordati, questo mese vale dieci anni”. E ancora: un’altra donna con le buste della spesa urla: “Speriamo che non siano solo parole”. Lui si ferma, le stringe la mano e la rassicura: “Non sono solo parole, altrimenti saremmo come gli altri”.

 

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