Chiusa l’inchiesta su una presunta tangente da 90mila euro pagata per vincere un appalto da 9,5 milioni per la progettazione e l’esecuzione di un impianto di produzione di energia rinnovabile solare in un’area industriale in provincia di Nuoro. Restano indagati l’ex sindaco di Quartu Davide Galantuomo, 56 anni, ex presidente dell’Ente acque Sardegna (Enas) che avrebbe intascato una parte della tangente e Renato Copparoni, 64 anni, ex portiere di Cagliari, Torino e Verona.

Con loro coinvolti nell’indagine guidata dal pm Gaetano Porcu anche gli imprenditori Gianni Lolli, 64 anni di Modena, dirigente del consorzio che si aggiudicò l’appalto e Luigi Betti di Forlì; Salvatore Paolo Pinna, 54 anni, già finito nella maxi inchiesta sugli appalti truccati della Procura di Oristano. Chiusa l’inchiesta emerge oggi un sesto indagato: Antonio Fadda, 43 anni di Capoterra, funzionario dell’ufficio progetti dell’Enas e responsabile dell’appalto che – secondo l’accusa – istigato da Galatuomo, avrebbe approvato una variante al progetto per l’energia rinnovabile. L’indagine – affidata alla Guardia di Finanza – riguarda una parte della maxi inchiesta della Procura di Oristano sugli appalti truccati in Sardegna denominata “Sindacopoli”.

Nel corso delle intercettazioni telefoniche e ambientali erano emersi i particolari del pagamento della tangente: i soldi sarebbero stati spartiti tra Galantuomo, Pinna, che avrebbe emesso una fattura falsa alla cooperativa che doveva aggiudicarsi l’appalto, e Copparoni, che avrebbe svolto il ruolo di intermediario. Una prima trance da 89 mila euro di una tangente complessiva da 135mila (cifra molto simile all’aumento deciso dalla determina formata dal dirigere Fadda). Tutto per aggiudicarsi l’appalto per la realizzazione di un impianto di energia rinnovabile a Ottana per un valore di 9,5 milioni.