Caro Fabio, ti scrivo non tanto a nome mio, quanto a nome di milioni di persone in tutta Italia che in questi mesi si stanno mobilitando, impegnando e opponendo ad un Giro d’Italia di ciclismo che parta dai territori occupati, si occupati da uno stato che ha applicato e applica l’apartheid nei confronti di un intero popolo, quello palestinese.

Abbiamo appreso che hai annunciato proprio ieri attraverso la tua pagina Facebook la scelta di partecipare al Giro, ma quello che ti si chiede è un gesto forte, deciso per la libertà del popolo palestinese.

Rinuncia, Sì rinuncia a questa gara che parte da un paese in cui si negano i diritti umani, oltre 120 gruppi internazionali hanno firmato un appello per chiedere di spostare la partenza del 4 maggio.

Tra i firmatari dell’appello figurano il celebre linguista Noam Chomsky, i giuristi John Dugard e Richard Falk, già relatori speciali delle Nazioni Unite per la Palestina, l’attore teatrale, scrittore e drammaturgo Moni Ovadia, gli europarlamentari Eleonora Forenza, Sergio Cofferati e Luisa Morgantini, ma molti e molti altri si stanno mobilitando.

Il Giro d’Italia sta ingannevolmente presentando Gerusalemme est, che è sottoposta da 50 anni all’occupazione militare israeliana, come se facesse parte dello Stato di Israele e fosse la sua capitale unificata, questo non è vero e caro Fabio, tu sardo nel cuore, fai un gesto anche per il tuo popolo, da sempre sensibile all’autodeterminazione del popolo palestinese.