La Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per il deposito nucleare (Cnapi), sarebbe quasi pronta. Almeno secondo quanto annunciato dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che il 21 marzo scorso ha fatto sapere che la Cnapi “sta arrivando, tra questa e la prossima settimana”. Entro questa settimana, dunque, le aree di smaltimento delle scorie nucleari dovrebbero essere rese note con un decreto ministeriale congiunto Ambiente-Sviluppo.

Si tratta del documento che individua i luoghi dovere realizzare il Deposito nazionale nucleare di smaltimento dei rifiuti radioattivi prodotti in Italia. Come spiega il Mise, il Deposito Nazionale è “un’infrastruttura ambientale di superficie dove saranno conferiti i rifiuti radioattivi prodotti in Italia, generati dall’esercizio e dallo smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari, dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca. Insieme al Deposito Nazionale sorgerà un Parco Tecnologico, nel quale saranno avviate attività di ricerca specializzata”. Le aree prescelte dovranno soddisfare i criteri indicati nella Guida tecnica di Ispra oltre che i requisiti indicati nelle linee-guida della Iaea (International atomic energy agency). Il Deposito consentirà la sistemazione definitiva di circa 78 mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 17 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività.

Potrebbe quindi finalmente arrivare la risposta che l’Italia aspetta dal 1987, dopo l’esito del referendum sul nucleare nel nostro Paese. L’Unione Europea spinge da tempo affinché si individui questo sito, come fatto da altri Paesi membri, proprio perché la disciplina europea richiede che ciascun Paese si dia una strategia per gestire in sicurezza i rifiuti radioattivi. Si tratta infatti della Direttiva 2011/70/EURATOM che prevede che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nello Stato membro in cui sono stati generati. Ma i tempi sono stretti. Il governo Gentiloni, che rimarrà in carica al giuramento di un nuovo esecutivo, “intende completare, nei limiti temporali del mandato, le fasi che è possibile concludere, evitando stalli e ulteriori ritardi”, si legge in una nota del Ministero dello Sviluppo economico pubblicata il 23 marzo.

Proprio la scorsa settimana l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ha trasmesso ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico il suo parere su di un aggiornamento della Cnapi. A predisporre la carta è stata la Sogin, società incaricata della dismissione degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. L’Ispra, dopo la validazione dei risultati cartografici, ha trasmetto ai ministeri la nuova bozza della mappa delle aree idonee per il deposito di scorie nucleari, “senza formulare rilievi”. Non si sa ancora nulla sui contenuti della relazione, così come sui siti. La pubblicazione della Carta avverrà infatti solo dopo il rilascio del “nulla osta” da parte dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente. La Sogin comincerà poi la consultazione pubblica, un processo che dovrà durare quattro mesi. Saranno promosse anche trattative bilaterali con le Regioni nel cui territorio ricadono le aree idonee. Sarà convocato un tavolo interistituzionale in caso di mancata intesa. Successivamente, il Mise individuerà il sito con un proprio decreto. I lavori per la costruzione del Deposito nazionale e del parco tecnologico dovrebbero cominciare le 2019, per una durata di 5 anni.

 

Tratto da rinnovabili.it