Il Comitato Sanità Bene Comune apprende che in data 20 aprile 2018 la stampa ha annunciato l’approvazione di un documento congiunto tra ATS ed AREUS nel quale viene annunciata la creazione di un protocollo per i soccorsi primari urgenti.

“L’obiettivo del documento condiviso è quello di garantire al massimo la sicurezza e l’appropriatezza delle cure negli interventi di soccorso per i pazienti con codici di elevata gravità (rossi e gialli) – ha affermato il direttore sanitario di ATS Enrichens – individuando l’ospedale non solo più vicino ma anche più idoneo per il trattamento delle diverse patologie, secondo un criterio di gravità”.

“In sostanza – scrive l’associazione – pare che i codici critici dovranno scavalcare gli Ospedali di Zona Disagiata per essere dirottati verso i centri di riferimento di area omogenea, causando in questo modo un drammatico allungamento dei tempi di percorrenza e delle distanze chilometriche, proprio in quei territori profondamente caratterizzati dall’isolamento geografico e da una viabilità contorta ed obsoleta.
L’ennesimo smacco per le zone più povere e spopolate della Sardegna arriva dopo un periodo nel quale la Giunta Regionale e la nuova Azienda unica hanno profondamente compromesso la capacità del servizio chirurgico dei piccoli Ospedali come il San Giuseppe di Isili, per poi dichiararli, cinicamente e fallacemente, non idonei. È un po come vietare l’uso del sapone ad una popolazione per poi accusare i malcapitati di essere sporchi!
A tale provvedimento potrebbe far seguito la scomparsa notturna dai presidi ospedalieri di figure chiave come l’anestesista, l’incremento del tasso di rischio per i cittadini delle zone disagiate e la congestione nei già affollatissimi pronto soccorso di Cagliari, con un incremento di quelle grandi e piccole odissee sanitarie alle quali la sventurata popolazione sarda si sta ormai abituando”.

“Queste misure – continua la nota – producono inoltre una ferita profonda nella coscienza democratica dell’isola, in quanto le modifiche approvate alla bozza di Giunta del Piano di Riordino, con il voto finale dell’ottobre 2017, parlavano di “un Pronto Soccorso presidiato 24 ore su 24 da un organico medico dedicato all’emergenza-urgenza” e di “una chirurgia che assicura (…) l’urgenza di bassa/intermedia complessità risolvibile in loco e che svolge la propria attività in stretto raccordo con il Pronto Soccorso”. Appare ormai chiaro, alla luce degli attuali provvedimenti aziendali, che tutto il dibattito avvenuto in Consiglio Regionale è stata solo una tattica elusiva nei confronti delle proteste di cittadini ed amministratori locali.

“Lanciamo un appello a tutti i Sindaci del Sarcidano-Barbagia di Seulo – concludono –perché attuino misure congiunte per denunciare e condannare questi provvedimenti. Lanciamo un accorato appello a tutti gli altri Comitati sardi perché si programmino misure di fronte comune e di pressione di piazza contro la Giunta e l’Azienda. Lanciamo un forte appello ai lavoratori della sanità e alle organizzazioni sindacali perché convergano verso una proposta di mobilitazione generale contro i tagli lineari della sanità pubblica.
Lanciamo infine un ultimo grande appello a tutti i nostri concittadini: solo una grande manifestazione di dissenso potrà permetterci di invertire questa catastrofica tendenza”.