Seconda assemblea regionale del Pd post batosta elettorale del 4 marzo: due settimane fa ad Abbasanta erano presenti solo i soriani ad invocare unità e la fine delle riunioni di area, oggi a Tramatza alle 16.30 le correnti saranno tutte rappresentate ma ferme nelle rispettive posizioni.

All’ordine del giorno, l’analisi del risultato del voto e il futuro del partito. Con una novità che sarà oggetto degli interventi dei popolari-riformisti: il tema della convocazione di un referendum degli iscritti, previa discussione aperta nei circoli, sulla nascita di un Pd sardo connesso con Roma attraverso il ricorso all’articolo 13 dello statuto nazionale. Un partito federato, ha spiegato nei giorni scorsi l’ex senatore Silvio Lai, “che sia parte di una nuova coalizione sarda e che partecipi alla discussione del rinnovamento della sinistra italiana ma da un punto di vista che metta al centro i bisogni e le speranze dei sardi”.

I soriani si sono già espressi in proposito quindici giorni fa: un partito sardo esiste già con organismi indipendenti. Ma intanto i 160 delegati dell’Assemblea (56 renziani, 53 popolari riformisti e 51 soriani) hanno già ricevuto una proposta formale di sottoscrizione del referendum, e cinque segretari provinciali hanno fatto un appello “a rilanciare il progetto autonomista anche superando l’attuale forma di partito”.

Questo potrebbe essere il tema clou della giornata, al di là del futuro della segreteria regionale. Di sicuro i soriani chiederanno di nuovo il passo indietro di Giuseppe Luigi Cucca. Che non ha alcuna intenzione di presentarsi dimissionario e quindi di lasciare spazio a un eventuale sostituto. Sarebbe disposto a farsi da parte – dicono i suoi fedelissimi – ma solo se sapesse dove si va effettivamente a parare. Ovviamente resta in piedi la possibilità di sfiduciarlo, in questo caso seguirebbero le primarie per eleggere un nuovo segretario.