Vorrei esprimere da sindacalista alcune considerazioni in merito al rinvenimento in una porzione di territorio del Polo Industriale di Portovesme (di proprietà dell’Enel) di almeno 43.000 t. di rifiuti speciali, tossici e comunque fortemente inquinanti.
Un rinvenimento di una discarica abusiva, si apprende dai media, risalente a diverse decine di anni fa in un periodo storico nel quale non esisteva, in Italia e di conseguenza in Sardegna, un’adeguata e stringente legislazione in materia di rispetto dell’ambiente e nemmeno, è necessario ribadirlo, una robusta, diffusa e riconosciuta sensibilità dell’opinione pubblica sull’argomento.

A differenza di oggi dove la coscienza civile è matura e la legislazione ambientale stringente.
Ovviamente, la datazione temporale dell’accaduto non sminuisce in alcun modo la gravità del rinvenimento e le gravissime responsabilità di chi si è macchiato dell’indegno reato di (letteralmente) attentare all’ambiente e di riflesso alla salute pubblica.
A tal proposito, ritengo irrinunciabile e fondamentale affermare e ribadire con enorme chiarezza che per quanto ci riguarda come organizzazione sindacale, nessun tentennamento, timidezza o indecisione può esserci nella condanna ferma e netta di coloro che hanno ingenerato il sopracitato scempio ambientale.
Per essi, se e quando verranno identificati dagli organi preposti, è auspicabile che venga applicata la massima severità senza sconto alcuno.

È bene ricordare che il nostro essere sindacato ha sempre messo al primo posto la tutela dei lavoratori tramite il contratto nazionale e la difesa del lavoro quale elemento imprescindibile senza il quale non possono esistere diritti da difendere, ma in ogni caso senza mai rinunciare alla difesa della salute degli stessi e in generale di tutti i cittadini di questo territorio.
Da sempre e tutt’ora, infatti, crediamo che la lotta per il riavvio degli stabilimenti industriali fermi e il rafforzamento di quelli in marcia, debba obbligatoriamente passare anche per il rispetto delle norme di legge ambientali e dunque per il rispetto del binomio lavoro-ambiente come condizione irrinunciabile senza la quale ogni altro ragionamento non è possibile.

Sicuri del fatto che la preservazione del lavoro tramite l’industria nel territorio sia un elemento indiscutibile e fondamentale per rilanciare l’economia territoriale, allo stesso modo crediamo fortemente nella tutela dell’ambiente per garantire alle prossime generazioni a venire, e dunque ai nostri stessi figli, la possibilità di vivere nella propria terra, che noi oggi utilizziamo ma che in realtà abbiamo avuto solo in prestito, in salute e (ce lo auguriamo con il rilancio economico-sociale) in prosperità.
Dunque, sì alla preservazione e al rilancio del Polo Industriale per il quale ci siamo spesi e continueremo a spenderci con il massimo impegno e la massima determinazione, ma, contestualmente, sì anche alla preservazione dell’ambiente, al rispetto stringente delle normative in materia, ma nessuna tolleranza e rispetto per coloro che trasgrediscono le leggi e mettono in discussione la salute dei nostri figli e, diciamolo pure, la credibilità stessa delle nostre legittime lotte per il lavoro.

Manolo Mureddu, Segreteria Territoriale FSM-Cisl Sulcis Iglesiente