Gravi responsabilità anche della Regione Sarda “Cinquantamila euro gettati al venti per un Piano di risanamento acustico che non è mai passato in consiglio comunale”. Enrico Marras, presidente del “Comitato Rumore No Grazie” prende carata e penna e scrive ai Consiglieri Comunali di Cagliari ricordando che “un anno fa di questi giorni, era il mese di maggio 2017, la Società VDP di Roma ha consegnato al Comune di Cagliari, allo scadere dei cinque mesi convenuti, il Piano di Risanamento Acustico di Stampace e Marina e la Relazione sullo stato acustico della città”.

Nella lettera ai Consiglieri (indirizzata naturalmente a quelli di maggioranza e a quelli di opposizione) il Comitato ricorda che “il primo dei due documenti, il Piano, doveva essere predisposto ben cinque anni prima (legge 447/1995, art. 4), e il secondo (la Relazione sullo stato acustico,ndr) doveva essere predisposto ben oltre venti anni fa, nel 1997, e ripetuto ogni due anni. Dei due documenti nulla è dato sapere: insabbiati e celati alla città. Questi ingiustificati ritardi e comportamenti della Giunta e degli Uffici –scrive Marras – spiegano lo stato di grave inquinamento acustico in cui versa la città di Cagliari ed il disagio e le sofferenze in cui sono costretti a vivere i residenti, molti dei quali hanno trovato la soluzione nell’abbandono della città”.

“Sino ad oggi ogni appello al Sindaco ed agli Assessori è risultato vano, pertanto con questa lettera ci rivolgiamo direttamente ai Consiglieri e al Presidente del Consiglio perché siano superate le gravi condizioni di vita denunciate. La soluzione dell’insostenibile inquinamento acustico ambientale (certificato da sentenza del Tar del 2015, da rilevazioni fonometriche pluriennali dell’ARPAS e di fonometristi abilitati e da rilevamenti predisposti dal Tribunale Penale) si ritrova nell’applicazione della normativa sanitaria di merito, nell’applicazione del Piano Acustico Comunale e nella predisposizione e applicazione del Piano di Risanamento Acustico dei quartieri in criticità acustica”.

“Oggi –prosegue la lettera del Comitato -ci troviamo nella situazione sconcertante che il primo dei Piani di Risanamento Acustico di cui ha avuto bisogno la città, quello di Marina e Stampace, (predisposto sebbene tardivamente in adempimento della legge quadro sull’inquinamento acustico e dell’art.32 della Costituzione di tutela della salute) viene sottratto alla conoscenza non solo dei cittadini che ne hanno fatto legittima richiesta all’URP ma addirittura a quella dei Consiglieri comunali privandoli di documenti essenziali all’esercizio delle funzioni a cui sono stati delegati col voto dei cittadini: basti pensare che con i Piani acustici si devono coordinare tutti gli altri strumenti di pianificazione della città (Piano Urbanistico, Piano dei Trasporti, Piano di concessione del suolo pubblico ….)”.

“L’insostenibile ritardo con cui si procede nel rendere operativo il Piano di Risanamento Acustico di Stampace e Marina – prosegue il Comitato – accentua lo stato di ‘emergenza sanitaria’ che la Regione Sarda ha riconosciuto per le condizioni di vita a cui sono costretti i residenti dei quartieri di Marina e Stampace (lettera del 09/09/2016 prot.16870 del dirigente (..omissis…) all’Assessore all’Ambiente della Regione con la quale si certificava l’esistenza delle condizioni per l’avvio delle procedure di commissariamento del Comune di Cagliari per inottemperanza agli obblighi fissati dalla legge 447/1995, art.7)”.

“Se gravi sono le responsabilità del Comune di Cagliari, e in primo luogo del Sindaco Massimo Zedda e dell’Assessore all’Urbanistica Francesca Ghirra, altrettanto gravi sono le responsabilità della Regione, e in primo luogo dell’Assessore Regionale della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e del Presidente della Giunta Regionale Francesco Pigliaru, per la grave violazione dell’art. 4, comma 1, lett.b della Legge 447/1995 sull’obbligatorietà dell’esercizio dei poteri sostitutivi in caso di inerzia dei Comuni nell’adozione dei Piani di Risanamento Acustico. Come è il caso del Comune di Cagliari”. “Di fronte a questo quadro – continua Marras -che tende a diventare sempre più insostenibile e drammatico chiediamo che ogni singolo Consigliere e il Presidente del Consiglio che deve tutelare le prerogative dell’Assemblea civica, al di là delle appartenenze politiche, si facciano carico di richiamare in Consiglio i documenti elaborati dalla società VDP S.r.l. nella versione integrale con cui sono stati trasmessi al Comune e che gli stessi siano resi accessibili ai cittadini che ne facciano richiesta ai termini di legge.

Chiediamo pertanto rapide soluzioni politico amministrative anche per evitare ai cittadini di essere costretti a cercare tutela nelle sedi giudiziarie, fenomeno oggi in crescita”. “Dopo un anno dalla consegna degli studi della VDP è legittimo dire basta al loro insabbiamento. Non rendiamo vana e inutile una spesa di circa 50mila euro che grava sulle tasche esauste di tanti cittadini”, conclude l’appello del Comitato al Consiglio comunale.