Ci sono differenze nel mondo del lavoro e anche prevaricazioni, molestie e violenze sessuali. Chi perde e chi subisce è quasi sempre la donna. Ad esempio, per parlare di stipendi, il divario tra giornalisti e giornaliste di prima nomina è del 5%, a favore degli uomini. In altri settori, ad esempio nelle imprese familiari, il divario può crescere sino al 35%. È il quadro emerso durante un incontro-seminario, intitolato “Donne di carta”, organizzato dall’Università di Cagliari e da Giulia Giornaliste.

A confronto studiose, economiste, professioniste, imprenditrici. Obiettivo: tracciare il quadro aggiornato della situazione relativo alla Sardegna. Importante la testimonianza della consigliera regionale di parità Tiziana Putzolu. Nel primo anno di attività si sono rivolte agli uffici 30 donne. Il 16% ha vissuto episodi di molestie e violenze. Per quattro di loro si è trattato di molestie nel luogo di lavoro. L’ultimo report ISTAT sulle vittime nel posto di lavoro è allarmante. Un dato su tutti: in Sardegna ha subito molestie o ricatti sessuali il 51% delle lavoratrici. Pesante anche il conto delle molestie sessuali fisiche nell’isola: 9,8 contro l’8,9 nazionale.

Inevitabile la considerazione della consigliera: quanto più, come in Sardegna, il lavoro è merce rara, quanto più è fertile il terreno della prevaricazione. E l’occupazione femminile in Sardegna, ha ricordato Caterina Cocco della Cgil, non è il massimo della vita: “Poco – ha spiegato- precario e pagato di meno. Chi ha un figlio spesso opta per il part time, chi ne ha due o tre, quando la retribuzione economica è di basso livello, smette di lavorare. Il dato record sulla bassa natalità in Sardegna è eloquente”.