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Il Festival dei Tacchi, in Ogliastra, compie 19 anni e si ripropone dal 2 all’8 agosto tra Jerzu, Ulassai e Gairo con il teatro contemporaneo di ricerca, impegno civile, riflessione, segno distintivo del Cada Die che lo organizza. Undici palcoscenici tra scenari identitari e di grande suggestione, tra cui La Stazione dell’Arte di Ulassai di Maria Lai, la Cantina Antichi Poderi di Jerzu, terra del Cannonau, ma ancora biblioteche, piazze, una cava dismessa a a Gairo Taquisara.

Ventuno spettacoli, 43 ospiti tra cui Ugo Dighero, Max Paiella, Salvatore Cantalupo (il sarto in Gomorra), Luigi d’Elia, Ture Magro che porta in scena una pièce che affronta il tema della violenza sulle donne. Tre le nuove produzioni: “Riva Luigi ’69&’79: il Cagliari ai dì dello scudetto”, in forma di studio, scritto e diretto da Alessandro Lay, il dramma di Ecuba (Lia Careddu) che rivive in chiave contemporanea nel lavoro di Giancarlo Biffi, coproduzione con Sardegna Teatro, Magiche Pietre, omaggio a Pinuccio Sciola con Pierpaolo Piludu, regia di Mauro Mou, musiche di Mauro Palmas e Arrogalla (Franciscu Medda).

Ma c’è un’altra novità: il 5 agosto sarà lanciata la Rete “Nei Teatri dei Paesaggi”, frutto della collaborazione tra Cada Die, Campsirago Residenza di Lecco, e associazione culturale Inti di Brindisi. Il festival propone anche una serie di iniziative fra letteratura, arte, laboratori, incontri, enogastronomia. Le sette giornate saranno occasione per vivere una vacanza all’insegna del turismo culturale sostenibile e di interazione con il territorio e chi lo abita tra bellezze naturalistiche, sentieri per passeggiate a piedi o in bici, free climbing, tradizioni, arte contemporanea, eccellenze dell’enogastronomia. “Un festival che sempre più crea un importante indotto economico”, hanno sottolineato Giuseppe Serra, sindaco di Ulassai, e Antonio Piras, assessore cultura comune di Jerzu, presenti assieme all’assessora regionale al Turismo Barbara Argiolas che ha sottolineato come “I festival come quello dei Tacchi in Ogliastra sono importanti perché integrano e completano l’offerta turistica della Sardegna”.