“Niente vaccini, niente gita scolastica”. Lo denuncia il papà di un alunno di cinque anni di una scuola di Palau in una lettera firmata, accompagnata anche da un video, che documenta alcune scene dell’episodio di questa mattina all’istituto comprensivo “Compagnone”.

La motivazione ufficiale ai genitori non è stata data dalla scuola ma sono stati i carabinieri a chiarire in qualche modo il perchè del diniego. I militari erano stati chiamati preventivamente dall’istituto, forse temendo possibili proteste legate proprio alla decisione di non far partire alcuni alunni verso la fattoria didattica scelta per la gita. “Di fronte al silenzio della delegata del dirigente – spiega il papà di un bambino – sono stati i carabinieri a ‘suggerire’, con estrema discrezione e riservatezza, che la ragione potesse risiedere nel presunto mancato rispetto dell’obbligo vaccinale”.

Grande amarezza ma anche solidarietà da parte di altre mamme che hanno assistito alla scena. La scuola aveva mandato alle famiglie un’ultima comunicazione sui vaccini lo scorso 14 marzo e nelle successive settimane aveva regolarmente accolto tutti i bambini. Quattro, riferisce il papà, gli alunni oggi non ammessi alla gita. Quanto al suo caso, l’uomo spiega di aver richiesto formale appuntamento alla Asl di Olbia per la verifica dell’opportunità di vaccinare il bambino a causa di una infezione congenita documentata.

“Non siamo No Vax – chiarisce il genitore all’ANSA – si trattava soltanto di valutare l’opportunità di procedere con la vaccinazione di fronte alla presenza di una situazione particolare. Il bambino ha regolarmente frequentato la scuola. Poi, proprio nel giorno più atteso, ci siamo trovati di fronte questa sorpresa”.

“Il problema non è la gita – dichiara all’ANSA il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani – ma una irregolarità nelle iscrizioni già segnalata e seguita poi da un provvedimento che disponeva la non frequenza. La scuola ha continuato ad accogliere i bambini anche in questa situazione, ma per far rispettare la disposizione a un certo punto è stata costretta a chiedere l’intervento dei carabinieri”.

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