“Ci hanno fatto sudare ma con cinquecento voti di scarto è stata una vittoria abbastanza netta”. Parla il nuovo sindaco di Iglesias, il 29enne dem Mauro Usai, già segretario regionale dei giovani democratici. “In Italia abbiamo perso Pisa, Siena, Imola – commenta – credo che Brindisi sia l’unico comune assieme a Iglesias dove il Pd ha ottenuto un buon risultato”. Cos’ha fatto la differenza a Iglesias?

“La mia affermazione è la dimostrazione che quando il Pd e il centrosinistra si rivolgono alla grande categoria dei deboli di questo Paese, scegliendo di rappresentarli, vengono premiati – spiega – anche quando ci si concentra sui problemi da risolvere, questa è una cosa che premia sempre. La mia avversaria per esempio ha parlato di me per tutta la campagna elettorale e ha perso”. Anche presentarsi uniti conta. “Assolutamente, basti pensare ad Assemini dove il centrosinistra era spaccato e non è arrivato neanche al ballottaggio”.

Il successo di Usai arriva in un momento topico del Pd sardo. Alla prossima assemblea regionale (potrebbe tenersi il 2 luglio o il 6) dovrebbe essere eletto il nuovo segretario. Da più parti si chiede un ricambio, anche generazionale. “Non ne ho mai fatto una questione di giovanilismo – osserva Usai – quando Renzi parlava di rottamazione, provavo tanto fastidio”. Il neo sindaco ha sposato la mozione Renzi ma è vicino alla corrente dei popolari-riformisti. L’età non conta, insomma.

“Il Pd deve rivolgersi alle persone che stanno male – insiste – il partito della Nazione non esiste e una forza politica si caratterizza quando sceglie di rappresentare qualcuno, e noi a Iglesias abbiamo scelto di rappresentare i deboli”. Ma chi sono i deboli? “Sono i giovani che rinunciano al percorso di studio, gli anziani che spesso vivono in condizioni di indigenza, le piccole e medie imprese che sono il cuore del settore produttivo del nostro Paese”.