Con un’interrogazione al Presidente della Regione e agli assessori dell’Industria e Programmazione, presentata dalla consigliera regionale Rossella Pinna (Pd), prima firmataria e sottoscritta dall’intero gruppo democratico, si è posta l’attenzione sulla inaccessibilità di alcuni tratti del percorso del Cammino di Santa Barbara. “Il cammino minerario di Santa Barbara – spiega la Pinna – è l’unico cammino religioso sardo ad essere incluso nell’Atlante dei Cammini del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che si sviluppa in un itinerario di circa 400 km, suddiviso in 24 tappe che toccano 21 comuni. Un cammino originale, seguendo vie, mulattiere che un tempo muovevano minatori, carri con animali da soma per raggiungere i cantieri minerari, o piste armate da binari per facilitare il trasporto, con vagoni, dei minerali dai siti di estrazione ai porti di imbarco e agli impianti metallurgici”.

Rossella Pinna ricorda che “copre una larga fetta del Parco geominerario storico-ambientale della Sardegna, attraversa luoghi di culto e chiese dedicate alla Santa patrona dei minatori nel grande bacino minerario tra le magnifiche aree minerarie dismesse del Sulcis Iglesiente Guspinese. Un percorso che offre un’osservazione lenta, dettagliata e suggestiva insieme, coniugando la vocazione del turista di esplorare a piedi o in bicicletta un paesaggio avvolto dai profumi della macchia mediterranea con la possibilità di poter deviare verso la bellezza insospettabile di uno spazio fuori dall’ordinario che fa riemergere un contesto locale archeologico industriale minerario unico nel suo genere. Si tratta di una proposta –prosegue – che negli ultimi anni sta richiamando l’interesse, sempre più crescente, di un turismo appassionato e legato alle testimonianze di un passato che riemerge dalle aree minerarie dismesse, attraverso la percorrenza di itinerari storici, archeologici, culturali, naturalistici e religiosi, che si traducono in esperienze inedite”.
La Fondazione Cammino di Santa Barbara vuole offrire uno strumento concreto di vivificazione di questo spazio contemporaneo e antico.

“Tuttavia – spiega -, vi sono alcuni tratti, ad esempio quello tra Masua e Buggerru, la cui percorribilità è di fatto impedita da reti metalliche e altri ostacoli fisici, da parte di privati, concessionari dei terreni dell’Igea e la stessa società in-house della Regione che soggetto giuridico deputato all’attività di ripristino ambientale e di bonifica delle aree minerarie dismesse, pregiudica – come recentemente accaduto ad un gruppo di pellegrini bresciani – la regolare fruizione da parte dei pellegrini/escursionisti che arrivano da ogni parte del mondo sempre più numerosi”.

La Pinna sostiene che “occorre intervenire al più presto perché tali progetti che mettono al primo posto la salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale del nostro territorio e creano sviluppo di nuove economie sostenibili, non si fermino di fronte alla incomunicabilità di due soggetti”. Infatti, con l’interrogazione, che “nasce dal mancato riscontro da parte dell’Igea alle richieste inviate dalla Fondazione”, i consiglieri del Pd chiedono “l’intervento del Presidente della Regione e degli Assessori competenti per consentire alla Fondazione di poter disporre dei compendi immobiliari ex minerari al fine di poterne garantire la fruibilità gratuita e pubblica e per dare piena attuazione ad altri atti che hanno definito gli indirizzi per la valorizzazione e riqualificazione del “Cammino” per renderlo accessibile gratuitamente al pubblico”.