“La Regione si ostina a perseguire un modello energetico superato. Ribadiamo il nostro ‘no’ alla realizzazione di infrastrutture inutili e anacronistiche che rischiano di ripercuotersi negativamente sull’ambiente e sulle tasche della collettività”. È quanto afferma il deputato Andrea Vallascas, capogruppo del Movimento 5 stelle nella Commissione Attività Produttive della Camera, in merito alle sollecitazioni della Regione Sardegna sul dossier metano all’esame del Ministro delle Infrastrutture.

“Siamo – spiega Vallascas – per l’energia rinnovabile ed entro il 2050 prevediamo l’uscita delle fonti fossili. Nel nostro programma, l’impiego del gas naturale è previsto solo per i trasporti pesanti e marittimi e solo per sostenere la fase di transizione: il suo utilizzo deve essere modulato per calmierare i costi necessari alla sostituzione delle tecnologie esistenti e portarci comunque verso un sistema basato sulle rinnovabili. Invece – prosegue – siamo assolutamente contrari alla realizzazione di nuove infrastrutture di trasporto, come la dorsale sarda, che semplicemente sostituirebbero con il GNL altri tipi di fonti energetiche. In questo modo c’è il serio rischio che la transizione diventi permanente, rallentando il processo di diffusione dell’elettrificazione e lo sviluppo delle rinnovabili. Si tratterebbe di un’opera – aggiunge il deputato 5 stelle – i cui costi, circa 400 milioni di euro di investimenti, andrebbero a incidere direttamente sulla bolletta, quindi sarebbero sostenuti dalla collettività. Abbiamo anche forti dubbi sulle ipotesi e sulle proiezioni formulate che, secondo noi, non forniscono garanzie sui prezzi in futuro”.

“In pratica – conclude Vallascas – il metanodotto riporterebbe la Sardegna indietro nel tempo, ritardando lo sviluppo e l’adozione di nuove tecnologie. Dovremmo, invece, puntare sulle rinnovabili, ipotizzando, ad esempio, sistemi con prezzi fissi per lunghi periodi di tempo con l’obiettivo di stabilizzare il costo dell’energia con tecnologia rinnovabile”.