“In merito alla mamma di Baressa volevo umilmente dire, nello specifico della nuova ordinanza proveniente dal Lazio che praticamente ci minaccia tutti di ritorsioni sulla signora Michela (ritorsioni già poste in essere soprattutto sulla bambina, privandola della madre) se non staremo zitti (cosa che quasi tutti stanno facendo), che le intimidazioni basate su ruoli di potere acquisiti ai danni di cittadini indifesi in questo paese hanno un nome specifico: ‘mafia’”, son parole dure quelle espressa da Patrizia Cadau, consigliera pentastellata del comune di Oristano, in un post sulla sua pagina Facebook.

“Chi tace è complice. Chi se ne frega è complice e mi rivolgo soprattutto a chi vive qui e segue questa vicenda a due passi da casa sua, alla politica che davanti a una situazione così anomala una vicenda del genere come ‘fatto tra privati’, alle femministe e commissarie che si riempiono la bocca ogni due per tre di parole come ‘bambini’, ‘violenza’, ‘pari opportunità’, a tutti quelli che pontificano di diritti umani dietro la tastiera, ad avvocati che sanno sempre da che parte stare quando ci sono le vetrine, ma che scompaiono quando ci sarebbe da dire qualcosa, a tutti quelli che giuridicamente possono esprimersi davvero su questa vicenda, all’ordine degli psicologi che non si capisce dove sia finito, ai paladini delle scarpette rosse e ‘dell’io ti credo’, finché non c’è da rimboccarsi le maniche e combattere per davvero, invece di saltellare in piazza e fare i flash mob – e conclude – a tutti quelli che hanno paura perché sanno. Siete complici, vergognatevi tutti”.