Cinque anni e sei mesi è la condanna inflitta a Mario Diana, l’ex consigliere regionale già capogruppo di An e PdL, accusato di peculato aggravato nell’ambito dell’inchiesta sull’uso illecito dei fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna.

In particolare a Diana la Procura contestava spese illecite per 200mila euro, più altri 400mila che avrebbe avallato per altri consiglieri regionali dei gruppi che presiedeva. Tra le spese contestate anche l’acquisto di lussuose penne Mont Blanc e preziosi libri, tutti acquistati con i soldi del gruppo.

Il pm Marco Cocco in una lunga requisitoria aveva sollecitato una condanna a otto anni: “Chiedo che venga affermata la penale responsabilità dell’imputato e che sia condannato a otto anni di reclusione con le pene accessorie”. I giudici della prima sezione penale hanno ridotto la condanna a cinque anni e sei mesi.

Mario Diana è stato invece assolto per alcuni capi di imputazione: le spese per l’acquisto di un orologio, alcune bollette telefoniche e le spese sostenute per il matrimonio dell’ex consigliere regionale di Fi Carlo Sanjust. Prescritti altri reati.

“Siamo moderatamente soddisfatti – hanno dichiarato all’uscita dall’aula gli avvocati Pierluigi Concas e Massimo Delogu – ci sono buoni presupposti per l’appello”. “Mi sento come una persona che è stata condannata a cinque anni”, sono le uniche parole espresse dall’ex consigliere regionale, appena uscito dall’aula al quale sono state inflitte come pene accessorie l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale durante l’esecuzione della pena.