Nel bilancio emergono anche 124 milioni di consumi non fatturati perché da mesi è fuori uso il sistema informatico.

“Un disastro finanziario senza precedenti con numeri da fallimento sicuro. Nel bilancio di Abbanoa, che sarà esaminato giovedì dall’assemblea dei sindaci, emergono dati inquietanti sino ad ora sconosciuti. Tra tutti emerge un fondo di svalutazione crediti, di soldi che vengono di fatto dichiarati irrecuperabili, per una cifra spaventosa: 290 milioni di euro. Crediti che si ipotizza non potranno essere mai incassati. Una cifra che dimostra come abbanoa, in questi 11 anni, preveda di perdere oltre un anno di fatturato. Dal bilancio poi emergono altri elementi di una gravità inaudita come i 124 milioni di consumi gia’ accertati che non possono essere fatturati perché il sistema informatico è da mesi fuori uso. Su questi ultimi ovviamente si perdono la liquidita’ aziendale e gli interessi attivi di cui Abbanoa avrebbe diritto dalla scadenza della fattura. Un dato emblematico: meta’ fatturato annuale e’ bloccato. Siamo dinanzi da una situazione gestionale finanziaria prefallimentare che deve essere sottoposta con urgenza agli organi di controllo. Per questa ragione ho deciso inviare questi prospetti finanziari alla Corte dei Conti perché esamini sotto ogni punto di vista , compreso il danno erariale, i conti di Abbanoa. Quello che sta emergendo dai conti del gestore idrico è la conferma di una gestione spregiudicata è inadeguata che deve essere perseguita in tutte le sedi”.

Lo ha denunciato poco fa il leader di Unidos Mauro Pili divulgando i dati finanziari più rilevanti del bilancio di Abbanoa che dovrà essere votato giovedì prossimo dall’assemblea

“Spero che i sindaci vorranno far rilevare in assemblea questa scanzonata gestione prendendone le distanze sotto ogni punto di vista, a partire dalle responsabilità erariali. Approvare questo bilancio significa avvallare questi misfatti economico finanziato con tutte le conseguenze. Una società portata al disastro da una regione inadeguata e da una sottospecie di management totalmente incapace di rispondere alla corretta gestione del servizio idrico integrato. La speranza è che tale dissennata gestione non sia stata pianificata per favorire la privatizzazione dell’acqua. Ipotesi nefasta che – ha concluso Pili – contrasteremo in ogni modo”.