“La popolazione yemenita si trova da in condizioni di assoluta emergenza a causa di una guerra che dura da anni. Non sarebbe opportuno assumere iniziative per sospendere le forniture di materiali di armamento italiane ai Paesi dell’area?”. Lo chiede Lia Quartapelle, deputata del Partito Democratico, in un’interrogazione parlamentare diretta al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

“Dal marzo 2015 in Yemen è in corso una guerra civile, a cui prendono parte anche forze militari di una coalizione guidata dall’Arabia Saudita e composta anche da Bahrain, Kuwait, Qatar ed Egitto contro le forze ribelli Houthi. Una richiesta, quella del Partito Democratico, del tipo ‘meglio tardi che mai’. Sì, perché la guerra civile in Yemen è cominciata nel 2015. Da allora è il miglior tentativo, se non l’unico da parte del Pd, di sospendere le operazioni di vendita degli ordigni. Un argomento che tocca da vicino la Sardegna, dove opera la Rwm di Domusnovas.

“Proprio nei giorni scorsi – scrive Quartapelle – le forze militari sostenute dall’Arabia Saudita e dal governo yemenita del presidente Abdrabbuh Mansour Hadi hanno iniziato un attacco militare contro il porto di Hudaydah, in Yemen, controllato dai ribelli houthi, loro nemici, sulla costa est dello Yemen, roccaforte dei ribelli sciiti Huthi, vicini all’Iran. Le forze della coalizione hanno bombardato le postazioni dei guerriglieri sciiti, da terra e dal mare, dopo che i ribelli Houthi si sono rifiutati di ritirarsi dalla zona del porto”. Ora, che il conflitto si è inasprito, Quartapelle chiede al Governo gialloverde di seguire le orme della Germania, che ha deciso di sospendere le esportazioni di armi verso tutti i Paesi direttamente coinvolti.

La risposta a Quartapelle non si è fatta attendere. “La soluzione al conflitto in corso non è militare ma politica” ha scritto Manlio Di Stefano, sottosegretario di Stato Affari esteri e Cooperazione. “Per quanto riguarda le forniture di materiali di armamento ai Paesi dell’area, ricordo che, oltre ad applicare l’embargo armi internazionale sullo Yemen, il Governo presterà particolare attenzione affinché tutte le richieste autorizzative di esportazione di materiale d’armamento continuino ad essere valutate con estrema attenzione e particolare rigore. Non mancherà di esercitare le proprie prerogative nel bilanciare considerazioni politiche con quelle economico-industriali, in particolare investendo il CIPE, competente in base alla legge n. 185 del 1990 per la definizione delle linee politico-strategiche nel settore. Il CIPE – conclude Di Stefano– anche in passato avrebbe dovuto dare indirizzi, invece, è stato sottoutilizzato. Da ciò ne è derivata una carenza informativa nelle scelte operate”.