La scuola italiana è caratterizzata dal contenzioso. Leggi scritte male e frettolosamente lasciano sempre qualche “appiglio” per la gioia degli avvocati amministrativisti.

Purtroppo questo trend non subirà un arresto e con il “Decreto Dignità” si aprirà una nuova pagina della lunga stagione dei ricorsi. Il Decreto, nell’emendamento all’articolo 4, stabilisce che debba essere bandito un concorso straordinario al quale potranno partecipare i docenti che hanno svolto almeno due annualità di servizio presso le scuole statali.

Questo criterio, se inteso in termini restrittivi, escluderebbe in un solo colpo i neolaureati di Scienze della Formazione Primaria e tutti gli insegnanti delle scuole paritarie.
La legge 62/2000 sancisce che il sistema pubblico dell’Istruzione è composto da scuole statali e scuole paritarie.

Se il testo della legge non dovesse subire modifiche si andrebbe verso l’ennesima ingiustizia perpetrata a danno degli insegnanti che lavorano nelle scuole paritarie. Si concretizzerebbe l’ennesimo attacco alle libertà di insegnamento ed educazione sancite dalla nostra Costituzione.

Roberto Mura