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“Sono pronto a tornare a fare il medico, ma con la consapevolezza di aver fatto quanto possibile per la sanità sarda e lontano da logiche che nulla hanno a che vedere con l’interesse dei pazienti”. Così l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru ha replicato alle bordate arrivare in Consiglio regionale dove sono state discusse tre mozioni sulla sanità. Nel suo discorso l’assessore ha affrontato alcuni “temi calsi” come l’attuazione delle rete ospedaliera, i presidi per i diabetici, il completamento del Mater Olbia e la vicenda Aias.

A chi ha sollevato dubbi sulla validità ed efficacia della Rete ospedaliera, Arru ha ribadito che sono stati chiesti documenti dal Ministero della Salute, per capire se la riforma risponde ai Livelli Essenziali di Assistenza e alle norme di tutela dei cittadini. “Ci hanno fatto osservazioni per capire i punti di accesso alle patologie tempo dipendenti e voluto chiarimenti sui presidi di area disagiata. Nessuna bocciatura, quindi – ha spiegato – se ritardo c’è, questo è legato anche al cambio di Governo. Di sicuro abbiamo sbloccato 250 milioni, sull’edilizia sanitaria, fermi a Roma perché non avevamo la riforma”.

Sui nuovi presidi per i diabetici, l’assessore ha ammesso che ci sono state difficoltà nell’applicazione della delibera che prevede l’utilizzo del Freestyle, ma anche citato atti di osservatori scientifici specializzati che certificano la varietà e quantità di presidi messi a disposizione dalla Regione. “Non dico certamente che va tutto bene, ma non mi pento neanche per aver ricostituito la Consulta della Diabetologia dopo cinque anni di vuoto – ha sostenuto – aver istituito la rete oncologica, aver dato alla Sardegna per la prima volta un servizio moderno e dedicato di elisoccorso. Non mi pento neanche di aver fatto in due mesi, sul Mater Olbia, quello che non è stato fatto in cinque anni nella scorsa legislatura – ha osservato – con la schiena dritta davanti a tutti, Qatar e Governo, inserendo il Mater all’interno della nostra programmazione, nella Rete, e prevedendo la collaborazione con le nostre Università”.

Infine, sulla vicenda Aias l’assessore ha sottolineato ancora una volta che “non c’è relazione tra i pagamenti delle fatture e quello degli stipendi, come hanno detto anche i giudici amministrativi. È ora di finirla con famiglie messe alla fame non per responsabilità della Giunta né dell’Ats”.

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