Centinaia di pesci tra le barche al porticciolo di Su Siccu. A galla, però, e morti. È lo scenario che i frequentatori delle banchine e della passeggiata possono osservare da alcuni giorni a questa parte, compreso un odore fetido e nauseante. Un fenomeno che si ripete: gli animali muoiono per mancanza di ossigeno. Decisivi, dicono gli esperti e gli ambientalisti, tre fattori: la presenza, a poche decine di metri, del canale di Terramaini, il nubifragio di sabato su Cagliari e hinterland e il gran caldo.

“Partiamo da una situazione molto difficile legata alla diminuzione di ossigeno in acqua a causa della alte temperature delle ultime settimane – spiega Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico – Poi le forti precipitazioni hanno fatto il resto, con il canale che ha trascinato con sè un’enorme quantità di detriti che hanno reso l’acqua più torbida e fatto ulteriormente diminuire la quantità di ossigeno”. Anche questa volta una strage di pesci inevitabile.

“Un fenomeno naturale, non si può fare nulla. O meglio – sottolinea Deliper – qualcosa si può sempre fare: ad esempio verificare se lungo Terramaini ci sono degli scarichi abusivi”. Non è la prima volte che si assiste a una moria di pesci nel canale e nelle acque vicine. E il responsabile finora individuato è sempre stato lo stesso: carenza di ossigeno.