Uno dei cavi in fibra ottica che collegano la Sardegna con la penisola è stato tranciato causando disservizi nell’accesso Internet dell’isola. La recisione del cavo, che collega Olbia con Civitavecchia, è avvenuta alle 10:20 del 17 agosto a circa 28 chilometri dalla costa.
La Sardegna è collegata con l’Italia da due cavi sottomarini: quello tra Olbia e Civitavecchia (252.5 chilometri, fino a 1400 metri di profondità) e un altro che collega Cagliari con Mazara del Vallo (376.9 chilometri, che supera i 2000 metri di profondità).

Una lunga storia di incidenti
Anche se le cause sono da chiarire, è probabile che a causare l’incidente sia stato un peschereccio che praticava la pesca a strascico. Il Consorzio Janna, responsabile dei cavi sottomarini, l’anno scorso aveva denunciato di aver speso in dodici anni circa due milioni di euro per le sole riparazioni, che ammontano a circa 154 mila euro a intervento. Dal 2005 a oggi infatti si sarebbero verificati quattordici incidenti, di cui quattro causati da manovre di ancoraggio e i restanti dalle attività di pesca. Dodici nel tratto Cagliari – Mazara del Vallo e due nel collegamento tra Olbia e Civitavecchia. Secondo i rilievi, svolti dal Consorzio Mecma, società che si occupa della manutenzione e riparazione dei cavi sottomarini, solo uno di questi si sarebbe svolto nelle acque siciliane, lasciando all’estremità sarda dei collegamenti l’onere della responsabilità.

Tra antiche tradizioni e progetti futuristici, la storia della Sardegna è un filo teso tra i nuraghi e la tecnologia, con il secondo quotidiano al mondo ad andare online, l’Unione Sarda, preceduto solo dal Washington Post. Ma di questa sinergia rimangono i cavi sottomarini, ben segnalati sulle mappe nautiche e tuttavia vittime di attività irresponsabili e estremamente costose per la comunità.

FONTE: AGI