La barbarie consumata a Nuoro su un cucciolo di cane, trovato impiccato la mattina del 10 agosto, sta provocando una vera e propria “sete di giustizia” sui social.

Fortissimo è stato l’orrore suscitato dalla foto del cucciolo ucciso, pubblicata sulla pagina Facebook dell’associazione nuorese “Gli amici a 4 zampe di Orazio” subito dopo il ritrovamento. La stessa associazione ha poi lanciato la petizione #giustiziapercucciolo sulla piattaforma Change.org che in soli 10 giorni ha raggiunto oltre 50mila firme. “Questa petizione per noi vuole essere un modo per batterci affinché si faccia giustizia per il cucciolo di appena due mesi barbaramente ucciso – spiega all’ANSA la presidente dell’associazione, Gabriella Manca – Ma vuole essere anche l’occasione per chiedere pene più severe per chi si macchia di simili delitti contro animali indifesi. Per questo abbiamo subito depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Nuoro”.

“Abbiamo scelto di pubblicare la foto perché vogliamo che la gente sappia che genere di persone esistono al mondo”, sottolinea Manca. I fatti erano stati ricostruiti proprio nel post del 10 agosto sulla pagina Facebook dell’associazione. “Ieri ci hanno chiesto aiuto per cercare stallo ad un cucciolo trovato per strada – scrivevano le volontarie – Non avendo posti a disposizione, abbiamo subito messo il post su Fb per cercarne uno, ma stamattina un messaggio ci ha informato che ieri sera il cucciolo era stato dato a una persona (che non sappiamo chi sia) e che oggi è stato trovato impiccato”. Da qui la petizione. “E’ una situazione molto delicata – precisa Gabriella Manca – chi ha trovato il cane è certamente minorenne, ma a quanto sappiamo anche la persona a cui è stato affidato, e di cui non conosciamo l’identità, lo sarebbe”.

L’appello sui social ha fatto il giro d’Italia. “Non ci aspettavamo un numero così grande di firme – confessa la presidente dell’associazione – siamo rimaste positivamente colpite dall’interesse e dall’affetto che le persone ci stanno dimostrando. E’ un sostegno che ci serve per poter continuare la nostra attività di volontarie”.