La Sider Alloys ha fissato l’incontro con i sindacati. Il 7 settembre i vertici della multinazionale svizzera che ha acquisito la ex Alcoa di Portovesme vedranno le sigle dei metalmeccanici nella sede di Confindustria a Cagliari.

Si ricomincerà dunque a discutere dell’accordo per il riavvio della fabbrica di alluminio ferma da quasi cinque anni. È un vertice molto atteso da Fiom, Fim e Uilm, così come dagli ex operai Alcoa, che aspettano di poter riprendere a lavorare.

Il confronto è cominciato prima della pausa estiva, preceduto da alcune giornate molto tese davanti ai cancelli dello stabilimento. Per tre giorni di seguito gli ex operai hanno bloccato l’ingresso in fabbrica, chiedendo che le nuove assunzioni siano fatte innanzitutto tra gli operai ora in mobilità perché licenziati da Alcoa. Un principio che i sindacati vorrebbero mettere nero su bianco, a tutela degli ex dipendenti. Il 12 luglio era stato sancito l’impegno a definire un accordo tra sindacati e azienda, con il patrocinio della Regione, per condividere criteri prioritari e regole d’ingaggio sulle assunzioni.

Nell’ipotesi di accordo, su cui si è già cominciato a ragionare, vengono presi in considerazione diversi aspetti: si tenta di regolamentare tutta la delicatissima fase di revamping e il riavvio della fabbrica. Il 7 settembre, però, si capirà se, durante la pausa di agosto, le distanze tra le parti si sono accorciate o meno.

Il cronoprogramma, in ogni caso, andrà inevitabilmente rivisto. Quello attuale prevede che i primi cinquanta operai rientrino al lavoro a settembre, ma la data slitterà di certo, perché il progetto del revamping, che darà il via a tutto il piano di rilancio, non è stato ancora messo nero su bianco.

A inizio estate, infatti, Sider Alloys aveva informato le sigle sindacali del ritardo delle proposte per il revamping dello stabilimento, soprattutto quella relativa alla parte tecnica di una delle due società coinvolte, la Chinalco (l’altra è la Danieli Fata). Cgil e Fiom avevano proposto “la creazione di una cabina di regia ristretta per discutere, valutare e condividere tutti i passaggi che porteranno lo stabilimento al riavvio, riferendosi anche a un possibile accordo quadro che fissi preventivamente regole condivise per accompagnare passo dopo passo tutte le azioni da compiere”.

Il tempo resta tiranno, visto che il 1° gennaio scadranno gli ammortizzatori, quindi diventa indispensabile rispettare i tempi, legando il piano industriale alla riqualificazione dei lavoratori e tenendo sempre presente questa scadenza.