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Preoccupazione da parte dei sindacati, ma anche “un cauto ottimismo” della Giunta sulla vertenza Aras. E’ quanto emerge dalla due giorni di audizioni in commissione Attività produttive del Consiglio regionale, mentre sotto il Palazzo di via Roma sono ancora piazzate le tende dei dipendenti in sciopero. Oggi i membri del parlamentino hanno ascoltato l’assessore all’Agricoltura, Pier Luigi Caria, che ha ribadito i due obiettivi della Regione: “Assicurare i servizi al mondo delle campagne e salvaguardare i posti di lavoro”.

Per questo, ha spiegato l’esponente della Giunta, “puntiamo ad ottenere il via libera da parte del ministero alla piena applicazione della legge 3 del 2009 che prevede il passaggio dei dipendenti Aras a Laore”. L’assessore ha anche illustrato le difficoltà incontrate nel dialogo con il collegio dei liquidatori dell’associazione: “Sinora non hanno fornito la documentazione necessaria per una chiusura dei conti della precedente gestione, questo impedisce di accertare l’effettivo credito vantato da Aras nei confronti di Laore e il conseguente pagamento delle somme spettanti”.

Il titolare dell’Agricoltura ha poi ricordato il rischio della perdita di importanti risorse europee “se i servizi vengono meno e le prestazioni previste dalla convenzione Aras-Laore non vengono erogate”. Proprio per questo ha annunciato che nelle prossime ore la Giunta presenterà al Tribunale di Cagliari la richiesta di nominare un nuovo commissario liquidatore in sostituzione dell’attuale gestione. Ieri l’assessore al Personale, Filippo Spanu, si è detto “cautamente ottimista”: “Abbiamo verificato con l’ufficio legislativo del ministero dell’Economia che la documentazione, compresa quella che doveva essere inviata dai commissari Aras, è completa e potrà essere esaminata in tempi brevi”. Quanto ai sindacati, i confederali hanno chiesto alle istituzioni regionali il pagamento di tutti gli stipendi maturati, e prospettive chiare per il futuro di tutti i lavoratori. Confederdia, in particolare, ha annunciato che non rimuoverà il presidio allestito sotto il Palazzo di via Roma fino a quando non sarà risolto il problema delle retribuzioni arretrate.