“Oggi potrebbe essere una giornata di rivalsa per tutte le accuse che ci sono state rivolte, per ciò che concerne la Riforma della rete ospedaliera, e in particolare sul mancato impegno nella difesa dei servizi sanitari in Sardegna, soprattutto nelle zone più lontane dai grandi centri urbani”. Lo scrive in una nota Eugenio Lai, in forze al partito SDP – Articolo 1 e vicepresidente del Consiglio regionale.

“Oggi invece – continua – è per me una giornata di indignazione e consapevolezza dell’Autonomia e coscienza sarda, nei confronti di un governo nazionale che si dimostra più sordo del precedente. Con il parere arrivato ieri dal Ministero della Salute e de neo ministra Grillo, si certifica che all’interno della riforma della rete ospedaliera sarda i consiglieri di maggioranza non solo avevano fatto un buon lavoro alle condizioni date, ma avevano permesso a numerosi presidi ospedalieri sardi di restare aperti e continuare a offrire servizi a tutti i territori della Sardegna. Infatti tutti i piccoli presidi erano stati salvaguardati dal Consiglio cercando di tutelare l’esistente. Se invece dovesse essere applicato pedissequamente il parere della ministra Grillo, ben 10 ospedali in Sardegna sarebbero chiusi immediatamente, mentre gli altri subirebbero un drastico ridimensionamento”.

“In particolare, nel parere, vengono definiti non coerenti il numero dei posti letto negli ospedali di comunità, si evidenziano scostamenti rispetto agli standard massimi previsti e a numerose discipline specialistiche. Nella nota – scrive Lai – si chiede di chiudere totalmente i punti nascita che noi (maggioranza consiliare) avevamo salvato attraverso al Riforma, si eliminano le chirurgie nei presidi di zona disagiata, si depotenziano in maniera significativa i presidi ospedalieri di Ozieri e Nuoro. Oggi deve essere una giornata di riscatto e di orgoglio sardo contro l’arroganza del Governo nazionale, che si dimostra “del cambiamento” solo peggiorando le cose rispetto al governo precedente. Infatti con questo parere si lede gravemente il diritto alla salute dei sardi che, cosa non secondaria, vivono in una regione nella quale la spesa sanitaria ricade totalmente a carico del bilancio regionale. Vengano Lorsignori a chiudere gli ospedali nel Sarcidano, nel Nuorese, nel Sulcis e nel Sassarese ed in tutte le zone più in difficoltà e decentrate della nostra Regione”.

“Noi gruppo consiliare di SDP – Articolo 1 – conclude Lai – chiediamo invece l’immediata applicazione della riforma della rete ospedaliera approvata e l’apertura di un duro confronto con lo Stato e con la maggioranza pentaleghista che è al governo”.