“La proprietà delle navi della Tirrenia destinate alla Sardegna stanno per finire in mani giapponesi. Con un’operazione avviata nei giorni scorsi il gruppo Onorato sta tentando di vendere ad un gruppo finanziario nipponico tre delle sue navi destinate alla Sardegna. In predicato per finire sotto bandiera giapponese sono la motonave BITHIA, JANAS E ATHARA. L’operazione proposta da Onorato alla finanziaria di Tokyo è denominata bare boat back. In pratica il proprietario di Tirrenia e Moby vorrebbe incassare subito dalla finanziaria giapponese 210 milioni di euro, dichiarato ma non veritiero valore delle navi, per poi noleggiarle dall’acquirente. Tutto questo alla luce della semestrale del gruppo Moby presentata tre giorni fa da cui si vince una situazione disperata dei conti sempre più in rosso del gruppo Onorato. Ulteriori e gravi perdite costituiscono un’aggravante rispetto alla situazione economica finanziaria già pesantemente descritta nel rapporto di Moody’s. Le tre motonavi, però, non vengono valutate dal mercato con un valore pari a quello richiesto da Onorato anche perché hanno tutte e tre il problema di non avere capacità di trasporto mezzi ma solo passeggeri auto e quindi con un mercato molto limitato oltre al fatto che dal 2020 dovranno bruciare gasolio”. Lo ha denunciato il leader di Unidos Mauro Pili riferendo di autorevoli informazioni in suo possesso relativamente al tentativo in atto su scala internazionale di vendere quelle tre navi ad un fondo giapponese rimasto comunque perplesso dal valore dichiarato delle tre navi e sulla complessiva situazione finanziaria del gruppo Moby Tirrenia.

L’aspetto più inquietante di quest’operazione è, però, legata al fatto che quelle navi non appartengono di fatto al gruppo Moby in quanto non le ha mai pagate allo Stato visto che restano insolute le rate di acquisto per 180 milioni di euro” continua Pili. “Tutto questo è di una gravità inaudita considerato che il ministero delle infrastrutture continua essere latitante e di fatto complice in una situazione paradossale di un armatore che vende navi non sue, appartenenti allo Stato, ma hai pagate. Si tratta di una situazione incredibile che deve essere immediatamente scongiurata. Il rischio è che le condizioni finanziarie in cui la compagnia si trova possano portare lo Stato a perdere definitivamente sia le navi che le rate di acquisto delle stesse. Sembrerebbe un’operazione simile a quella di Totò che voleva vendere la fontana di Trevi senza ovviamente averne la proprietà. In questo caso con una spregiudicatezza senza precedenti Onorato sta tentando di mettersi in tasca 210 milioni di euro per tentare di salvare una parte del suo rilevantissimo debito e del nuovo deficit utilizzando la vendita di navi non sue”.

“Sarebbe scandaloso – conclude il leader di Unidos – che il governo italiano consentisse questa inaudita operazione finanziaria priva di qualsiasi connotato di legalità e di rispetto dei canoni amministrativi. Qualsiasi funzionario o ministro che continuino a far finta di niente rispetto a ciò che sta accadendo nell’attuazione della convenzione con la Tirrenia sono complici di tutto ciò e ne risponderanno non solo sul piano erariale”.