Prosegue la discussione sul disegno di legge del senatore leghista Pillon. Il Ddl, approdato in commissione Giustizia del Senato lo scorso 10 settembre 2018, riguarda l’affido condiviso dei figli e il loro mantenimento.

Il Ddl Pillon: una sintesi

Tra le decisioni più importanti troviamo la cosiddetta ‘bigenitorialità perfetta‘, che prevede che in caso di separazione di una coppia, l’affido e il mantenimento dei figli debbano essere equamente divisi tra padre e madre. Questo vale anche per i costi e il tempo passato con loro. Il Ddl cerca inoltre di contrastare quello che è stato definito il fenomeno della ‘alienazione genitoriale’: “Nelle situazioni di crisi familiare – si legge nell’articolo 12 – il diritto del minore ad avere entrambi i genitori finisce frequentemente violato con la concreta esclusione di uno dei genitori (il più delle volte il padre) dalla vita dei figli e con il contestuale eccessivo rafforzamento del ruolo dell’altro genitore”. Un’altra scelta è quella dell’eliminazione della cifra forfettaria stabilita automaticamente. Al suo posto un assegno basato sui figli e sul progetto dei genitori: la cifra è decisa tenendo conto del guadagno dei singoli genitori e si intende dividerla in modo equo. Quest’ultima decisione ha scatenato parecchie polemiche: “Il Ddl è un disincentivo alla richiesta della separazione per le donne che hanno subito una violenza dal marito” è il commento di molti.

Le posizioni del Movimento 5 stelle

“Nel Ddl in materia di mediazione obbligatoria per le separazioni con figli e di affido condiviso nel rispetto del principio di bigenitorialità, già previsto dall’ordinamento comunitario e rimasto inattuato con la legge del 2006, non è contenuta alcuna violazione delle norme in materia di violenza contro le donne né si parla di aborto o unioni civili”. Così su Facebook la senatrice e membro della 2ª Commissione permanente Giustizia Elvira Lucia Evangelista, che ha sottoscritto il disegno di legge. “L’ho fatto perché in Commissione Giustizia c’è una maggioranza giallo-verde da rispettare, esattamente come in Aula Senato. Naturalmente Io non ho firmato a occhi chiusi: prima di essere approvato saranno sentiti circa 60 esperti tra cui psicologi, assistenti sociali e tecnici del diritto. L’M5s e la sottoscritta hanno già concordato con Pillon e la Lega l’opportunità all’esito delle audizioni di migliorare il testo con modifiche e integrazioni”.

“L’impianto di questo disegno di legge è da buttare via” sostiene invece Patrizia Cadau, consigliere comunale M5s a Oristano e consigliera in Commissione Pari opportunità. “Il termine bigenitorialità è un termine meraviglioso, certo, ma questo Ddl finirà per trasformare i bambini in un ‘bene di consumo’ di genitori che non si sacrificheranno per loro, ma che imporranno ai propri figli le loro scelte. Un esempio? La proposta di una doppia residenza per i figli: non è possibile che dei bambini debbano andare da una parte all’altra in diritto della perfetta bigenitorialità. I bambini non sono pacchi. Questa legge pianifica in maniera matematica tempi e spazi dei figli, senza tenere conto di quelle che sono poi le variabili delle famiglie e in primis dei bambini”.

“La mediazione poi – continua Cadau – non deve essere obbligatoria in caso di separazione. Imporla significa tappare la bocca alle donne che hanno subito violenza. La mediazione obbligatoria tenderà a rivitimmizzare le donne che hanno subito un abuso, proprio perché esclude che alle spalle ci sia stata una violenza ma solo un ‘conflitto’. La mediazione non può e non deve esistere quando c’è violenza. E anche supponendo che ci sia una denuncia ci sono comunque tre gradi di giudizio: il figlio sarà obbligato ad andare dal padre. Una decisione che non è in linea con la Convenzione di Instambul, che abbiamo rattificato nel 2013″.

Non c’entra quindi il ‘contratto di governo’ M5s-Lega: secondo Cadau la negoziazione politica deve cessare quando ci sono in gioco il diritto di donne e bambini. “L’interesse dei minori – risponde Cadau alla senatrice Evangelista – si protegge nel perseguire una reale equità di genere, dalle basi, e non accanendosi e facendo politica sulle spalle della disuguaglianza di genere e sulla violenza che ne consegue. Accettare di accodarsi alle lobby di papà separati, per lo più una pletora di violenti inadempienti, con una riforma dall’impianto maschilista e adultocentrica, in un paese come il nostro, con pesanti problemi di pari opportunità è un disegno folle e pericolosamente criminale. Nessuno deve rimanere indietro, è il nostro principio”.