Le Accademie sono pubbliche risorse da liberare, sono incubatrici di risorse artistiche residenti; sono la narrazione, la valorizzazione e il patrimonio di tutti.
Le Accademie sono motore di linguaggio e ricerca, ha come carburante le problematiche della vita; popolano la creatività e rigenerano territori periferici e marginali.
Le Accademie sono il principale nodo di contaminazione, animazione e riqualificazione della comunità e del territorio che vivono.
L’Accademia è la complessità resa precaria dalla globalizzazione, quella globalizzazione che sembra farla apparire a Cagliari richiesta insostenibile.
Cagliari nega l’Accademia con la forza della semplificazione, che anestetizza la vita e la sua ricerca di senso.

La globalizzazione è solo economia, che svuota il denaro dal suo valore di scambio simbolico, e lo rende simbolo per fare si che si alimenti relazionandosi con se stesso.
Globalizzazione è anche comunicazione culturale imposta, cultura dell’affermazione del privato e del pubblico che sanno stare sul mercato.
Le Accademia rispondono alla globalizzazione con il dialogo tra persone e culture creative, il dialogo sa valorizzare e accettare le differenze, non teme il conflitto, lo eleva a confronto muovendo e costruendo altri linguaggi.
In Accademia s’individuano i legami tra il pensiero creativo e quello semplificato, tra la mistificazione della realtà e la ricostruzione della sua complessità.

Cagliari meriterebbe una risposta politica regionale, verso una industria culturale e artistica apolitica e oligarchica, meriterebbe un’Accademia che sia luogo di conversazione e complementarità non predeterminate.
Accademia è connessione linguistica internazionale e multiculturale, dove la conversazione e l’autodeterminazione in limba si possano confrontare con lingue e esperienze culturali dell’ altrove, dove la tecnologia si accompagna a naturali flussi e movimenti di gesti e danza dei corpi.
Tra le tante baggianate sull’argomento, si sente spesso dire che Cagliari non ha un’Accademia, perché storicamente l’avere la facoltà d’Ingegneria, giustificherebbe la sua presenza nella sola area Sassarese.
Siamo seri?
I linguaggi dell’arte non sono fatti da Ingegneri, gli ingegneri sono ideatori d’algoritmi e programmatori; il linguaggio artistico è responsabilità etica ed estetica, civile e sociale, è la determinazione di un flusso di coscienza e conoscenza, individuale e collettivo, che non si può consegnare a un algoritmo.

A Cagliari si sta annientando l’artista, è stato fagocitato dall’ingegnere, la ricerca come applicazione quotidiana dell’artista è diventata l’applicazione dell’ingegnere, l’applicazione dell’ingegnere ha modificato il pensiero dell’artista, l’ingegnere ha Cagliari ha intaccato il quadro cognitivo e creativo dell’artista.
L’ingegnere ha un ruolo di potere, da dietro le quinte ha concepito questa diavoleria d’anomalia dell’unica città metropolitana d’Europa priva d’Accademia, ha usurpato il ruolo dell’artista e dello scienziato (fino alla modernità unica figura) nel nome di una mentalità assoggettata al potere economico rispondendo a ordini di altri.

Certo Steve Jobs, nel suo garage negli anni settanta, sognava d’essere il suo imprenditore, ma la stragrande maggioranza degli artisti e degli ingegneri Cagliaritani dipende dal privato, sono entità non autonome, non controllano lo sviluppo delle proprie ricerche, sono servitù volontaria neanche troppo bene remunerata, per contratto priva di senso critico.
Per essere un artista, e comprendere le dinamiche evolutive e cognitive dell’arte, non basta formarsi da Ingegneri, la vera “realtà aumentata” dell’umano è nei linguaggi dell’arte.
La sensibilità dell’artista va tutelata a Cagliari come a Sassari, l’alta formazione artistica nella Accademia è la condicio sine qua non dell’esperienza non inquadrata, non limitata e non circoscritta.

Accademia è la libertà di pensiero che passa attraverso l’esercizio del gesto.
I linguaggi dell’arte si radicano nell’ambiente circostante, l’arte è polarità dinamica.
Accademia è pluralità del diritto d’esprimersi senza pregiudicare nessuno.
Autonomia vuole dire Artisti e Accademie non Ingegneri e Ingegneria, l’arte consente di osare a piacimento senza ledere a nessuno, stimola l’audacità del corpo, è la mente che si rende stupefacente, è la prova che ciascuno può pienamente essere ed esistere, in tutta la sua unica e meravigliosa potenza creativa.

Mimmo Domenico Di Caterino