Le Questure e le Prefetture di Napoli e di Cagliari sono state informate “sulle minacce che mi sono state rivolte su Facebook nell’ambito della mia battaglia politica contro la Tirrenia”. Lo si apprende dal presidente del movimento Unidos, Mauro Pili, che ha pubblicato sulla sua pagina un documento della ‘Associazione Movimento Spontaneo Marittimi per il Futuro’ che, convocando una riunione del Consiglio direttivo per il 1 Ottobre a Torre del Greco (Na), “esplicitamente e testualmente” invita a partecipare perché – si legge nella nota – “è importante avere un raffronto atto a determinare le eventuali proposte per rispondere in modo adeguato e risolutivo nei confronti di questo Sig.re Pili”.

“Leggo di questa sottospecie di associazione di Torre del Greco guidata da un comico dirigente al soldo di onorato che vorrebbe sistemarmi in modo “adeguato e risolutivo. Lascio correre le idiozie sul popolo sardo che ama la Tirrenia: solo dei cretini possono scrivere certe fesserie”, afferma Pili. “Ma non intendo in alcun modo consentire a questo cialtrone, a libro paga di Onorato, di rivolgere minacce esplicite come ‘risposte adeguate e risolutive’. Minacce di stampo delinquenziale che non mi intimidiscono”, ha detto Pili.

Tutto nasce dalla storica e annosa battaglia del leader di Unidos contro la convenzione tra stato e Tirrenia culminata con la raccolta di 55mila firme sulla piattaforma change.org per la petizione indirizzata al Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli “affinché venga revocata la concessione di 73milioni di contributo dello Stato per gli oneri di servizio in continuità territoriale. Tirrenia non paga le navi allo Stato – aggiunge Pili – e lucra sui sardi. Le intimidazioni non mi fermeranno.

“Promuovere manifestazioni contro il sottoscritto a Torre del Greco non solo non mi intimidisce – continua il leader di Unidos – ma mi convince ancor di più ad andar avanti con maggior determinazione contro quella mangiatoia di Tirrenia e company. Sappia questo ciarlatano da quattro soldi, diventato pseudo dirigente fregandosene dei lavoratori, che non c’è niente di risolutivo che possa fermare la mia, la nostra, battaglia contro il carrozzone della Tirrenia”.
Le Questure di Cagliari e Napoli sono state informate sull’episodio.