Tredici pazienti ricoverati all’ospedale civile “Santissima Annunziata” di Sassari per diverse patologie si trovano in isolamento dopo la diffusione di batteri resistenti agli antibiotici: klebsiella, clostridium, acinetobacter baumannii, pseudomonas aeruginosa, serratia marcescens. Nove sono in Lungodegenza, gli altri in Chirurgia, Nefrologia, Clinica medica e Medicina interna.

L’episodio preoccupa perché di solito sono batteri presenti nelle feci e trasmissibili tra persone solo col contatto diretto, mentre nei pazienti attualmente isolati sarebbe stata verificata la presenza nelle mucose del cavo orale e nel sangue, perciò i germi sarebbero più facilmente trasmissibili.

“Il fenomeno richiede attenzione, ma non desta allarme”, dicono i direttori di Lungodegenza e Medicina interna, Antonio Uneddu e Francesco Bandiera. Per l’azienda ospedaliera “il problema riguarda tanti ospedali nel mondo e interessa di più pazienti anziani defedati, che arrivano in reparto già colonizzati”.

Per Bandiera la presenza degli organismi multiresistenti “è conseguenza dell’alto uso di antibiotici umani e veterinari”. I due dirigenti medici assicurano che “si sono attuate tutte le misure previste dalle normative e dalle linee guida aziendali del Comitato per le infezioni ospedaliere”. Dalle analisi effettuate dai medici è emerso che i lungodegenti “sono stati colonizzati da almeno sei diversi fenotipi”. Nicolò Orrù, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, sostiene che “non è certo che la colonizzazione sia avvenuta in ospedale, anzi alcuni pazienti sono arrivati già colonizzati”.

“La proliferazione delle infezioni batteriche è favorita da alcuni aspetti tecnici dell’assistenza sanitaria, ma ad acuire il fenomeno hanno contribuito anche le politiche nazionali e locali: in nome del contenimento della spesa sanitaria, i territori sono stati progressivamente privati di strutture idonee per i lungodegenti”.

Lo denuncia Gianmario Sardu della segreteria Cisl Funzione pubblica di Sassari in merito alla notizia dell’isolamento di 13 pazienti all’ospedale SS. Annunziata dell’Aou sassarese. Secondo il sindacalista, oggi i lungodegenti sono “costretti a prolungati ricoveri nei reparti specialistici, aumentando di fatto la diffusione di queste infezioni”. È così, sempre secondo Sardu, anche a Sassari, Alghero e Ozieri: i loro ospedali “hanno numerosi posti letto occupati oltremodo da pazienti di questo tipo – insiste – e francamente l’isolamento spaziale serve a ben poco”. Per questo il sindacalista chiede che “la politica prenda reale consapevolezza del fenomeno dilagante e dia chiare indicazioni alle aziende sanitarie per combattere il fenomeno”.