Domenica è il mio compleanno – ha detto sorridendo all’inizio dell’audizione – chissà che non riceva un bel regalo, me lo auguro di cuore”. “In questi due mesi difficili anche dal punto di vista personale – ha aggiunto -ho mantenuto il silenzio in segno di rispetto per le istituzioni e tutte le persone coinvolte”.

Alle 19.30 il voto della commissione, chiamata a esprimere il suo sì definitivo a maggioranza di due terzi.

“Sui vari temi Foa mi ha rassicurato rispetto a una funzione che sarà di garanzia del pluralismo informativo e quindi del compito che spetta al presidente della Rai. Forte di questo, l’orientamento è quindi di votare la sua nomina”. Lo ha detto Giorgio Mulè, capogruppo FI in Vigilanza, dopo l’audizione di Foa. Rispetto al primo voto della commissione “è cambiato moltissimo, sono cambiati il metodo e il merito. Nel metodo c’è stato un percorso condiviso rispetto all’indicazione di Foa. Nel merito l’audizione ha permesso ai commissari di formarsi un’opinione autentica e vera”.

Decisivo il contributo di Forza Italia per il quorum: uno scoglio sul quale la nomina di Foa si infranse il 1 agosto, ma che stavolta appare superato dal patto Salvini-Berlusconi di dieci giorni fa, che dovrebbe reggere a San Macuto. Ultimo passaggio sarà il cda, che si riunirà giovedì o venerdì per la ratifica di Foa: la decisione sarà presa domani mattina.

Il Pd resta sulle barricate contro una “nomina illegittima”: la consigliera Rita Borioni, unica a votare no in cda, ha già preannunciato ricorso, i capigruppo Delrio e Marcucci hanno chiesto ai presidenti di Camera e Senato di sconvocare la Vigilanza.

Al pressing su Fico e Casellati si è aggiunta ieri l’Usigrai: “Occorre evitare che la Rai finisca in un pantano di contenziosi legali che ne metterebbero a rischio l’operatività”, è l’altolà del sindacato, che allega il parere legale dello studio Principato – con le “ragioni di illegittimità della riproposizione” di Foa – e il precedente del 2005, quando la Vigilanza “considerò all’unanimità decaduto dal cda il candidato a presidente che era stato bocciato dai commissari”.