Candidati alla presidenza e primarie: ecco i due nodi collegati che caratterizzano la politica sarda a cinque mesi dalle regionali di febbraio. Con l’eccezione del Movimento Cinque stelle che correrà da solo guidato dall’ex sindaco di Assemini, Mario Puddu, incoronato dalle ‘regionarie’ del primo agosto scorso. Tra gli altri due schieramenti, chi è più vicino a una soluzione è il centrodestra che sarebbe anche molto vicino alla scelta del nome su cui scommettere. Negli ultimi giorni prende forza quello di Angelo Binaghi.

Niente di ufficiale, ma il presidente della Federazione italiana Tennis, sarebbe la prima scelta della Lega di Matteo Salvini che, con ogni probabilità, avrà diritto di esprimere il candidato governatore per la Sardegna. Cagliaritano, Binaghi è molto vicino al sottosegretario alla presidenza del Consiglio (con delega allo Sport) Giancarlo Giorgetti. Il numero uno della Fit sarebbe gradito anche a Forza Italia: ingegnere, ottimo manager, oltre ad aver avuto il merito di riportare in auge il tennis italiano, è considerato uno collaudato alla prova di governo, qualità apprezzate da chi cerca una figura con caratteristiche coerenti con un programma di matrice molto autonomista e rivendicazionista nei confronti di uno Stato “patrigno”.

Più freddezza da Fratelli d’Italia, che non ha mai negato di preferire un politico, ma nessuna preclusione importante, almeno per ora. Nessun problema neanche dai Riformatori sardi. La strada sembra spianata, dunque, ma se questa è la scelta allora deve essere fatta subito perché il presidente Fit non avrebbe alcuna intenzione di stare sulla graticola. Mancherebbe poco per un accordo: i tre leader Berlusconi, Salvini e Meloni, devono solo mettersi d’accordo su come “spartirsi” le quattro regioni (Piemonte, Abruzzo, Basilicata, Sardegna) che andranno al voto nei prossimi mesi. Se entro due settimane non si sarà arrivati a un candidato condiviso, i Riformatori hanno già fatto sapere che chiederanno la celebrazione delle primarie.

Tutto, comunque, sarà molto più chiaro alla fine del prossimo tavolo degli alleati che dovrebbero incontrarsi nei primi quindici giorni di ottobre nella sede della Lega in viale Sant’Avendrace a Cagliari. Più incerta la situazione nello schieramento di centrosinistra. Non c’è alcuna conferma sulla discesa in campo di Massimo Zedda. E’ però una realtà il fatto che il sindaco di Cagliari sia molto corteggiato, in primo luogo dal movimento degli amministratori. Per esempio il coordinamento sardo di Italia in Comune (partito fondato ad aprile dal sindaco di Parma Pizzarotti) ha già fatto sapere di aver avviato interlocuzioni significative con Zedda. Che sarebbe l’uomo ideale anche per il Pd. Zedda, quindi, potrebbe correre alle primarie del centrosinistra che, ha già sottolineato il segretario dem Emanuele Cani, saranno “primarie di coalizione aperte a tutti i soggetti che decidono di condividere il programma e il progetto per la Sardegna”.