“Il Consiglio di Stato rifila una sonora sberla giuridica alla Regione autonoma della Sardegna sulla caccia. I giudici d’appello e quelli del Tar hanno pesantemente censurato l’operato dell’assessorato”, guidato da Donatella Spano, “e decenza istituzionale vorrebbe che si dimettesse”.

Lo chiedono le associazioni ecologiste e ambientaliste in merito alla bocciatura del ricorso presentato dalla Regione sulla caccia della lepre e pernice sarda, per riformare la sospensiva concessa dal Tar sul calendario venatorio 2018-2019. “Il Consiglio di Stato, seppure in sede cautelare, ha impartito una severissima lezione alla Regione autonoma della Sardegna su come si gestisce il patrimonio faunistico e su come si possono fare i calendari venatori – dice Staefano deliberi a nome del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Lega per l’Abolizione della Caccia, Lega Anti-Vivisezione, Lega Italiana Protezione Uccelli – LIPU – BirdLife Italia e WWF Italia – Il dubbio, più che lecito e determinato dal comportamento regionale, è se l’Amministrazione regionale sia in grado di trarne insegnamento. Lepri sarde e Pernici sarde sono quindi salve per il secondo anno di seguito”.

Le associazioni ricordano poi “che il principio fondamentale stabilito dalla legge nazionale, in attuazione dei principi delle norme europee ed internazionali, è ‘la conservazione della fauna selvatica’ che è considerata ‘patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale’. I calendari venatori devono attenersi rigorosamente al principio di precauzione che subordina l’attività venatoria alla conservazione delle specie faunistiche – concludono – Può un calendario venatorio costituire una cambiale in bianco per le specie faunistiche? Questa è la domanda fondamentale a cui i giudici amministrativi di primo grado e di appello hanno dovuto rispondere. E in sede cautelare hanno risposto in modo netto e chiaro: no”.