La Biblioteca Sebastiano Satta, diventa Fondazione, con la Regione che entra, insieme a Comune di Nuoro e Provincia, tra i soci fondatori: portando in dote quasi 800mila euro l’anno. La giunta Pigliaru ha approvato il disegno di legge per il nuovo assetto giuridico della biblioteca nuorese: ora spetterà al Consiglio regionale ratificare questa decisione. Il provvedimento è stato presentato dall’assessore regionale della Cultura, Giuseppe Dessena, dal vicesindaco di Nuoro Sebastian Cocco, dal consigliere regionale Pd Roberto Deriu, dal Commissario della Provincia Costantino Tidu e dal commissario della Biblioteca Paolo Piquereddu.

“Dopo un lungo percorso nel quale non sono mancate difficoltà e tensioni siamo arrivati ad approvare in giunta il ddl per un presidio culturale tra i più antichi nell’isola che risale al 1945 – ha detto Dessena -. Sono molto soddisfatto di questo lavoro, perché significa che la biblioteca nuorese, che ha rischiato la chiusura, avrà un nuovo presente e un nuovo futuro”. I problemi nascono da lontano. “La biblioteca Satta nel 1985 era diventata Consorzio di cui facevano parte il Comune di Nuoro, la Provincia e le Comunità Montane, queste ultime sono state sciolte e la Provincia dopo il referendum del 2016 non aveva più competenze in materia – ha spiegato Tidu – da lì era iniziata la fase discendente per l’ente. Attraverso al Fondazione, Provincia e Comune interverranno nella gestione con doti finanziarie proprie”.

“Negli ultimi tre anni le difficoltà sono state tamponate con interventi straordinari della Regione – ha spiegato Deriu -. Se non fossimo intervenuti i Comuni si sarebbero dovuti far carico di tutto, non essendo nelle condizioni di farlo”. Rispetto ai tempi di approvazione in Consiglio l’esponente dem ha ipotizzato due date utili: “il 16 e il 23 ottobre visto che la sessione di bilancio inizia il 24”. Questa svolta chiude anche le polemiche che avevano visto il comune di Nuoro contrapposto alla Regione: “Abbiamo salvato un presidio culturale importante – ha spiegato Cocco – Rimane preponderante il ruolo degli enti locali. La Regione mette un sigillo finanziario, ma il timbro culturale deve essere messo dagli enti locali”.