Foto: Mauro Pili (Unidos)

Introdurre norme “precise sulla protezione e sulla tutela del Santuario dei Cetacei è una scelta non più rinviabile”. Lo chiede il direttore delle Campagne di Greenpeace Italia, Alessandro Giannì, dopo l’incidente fra due navi nelle acque a nord della Corsica, “in pieno Santuario internazionale dei Cetacei” (il triangolo di mare racchiuso tra Nord della Sardegna, Corsica, Toscana e Liguria, fin quasi a Tolone, in Francia) dove “sono stati osservati sia la balenottera comune che il capodoglio”.

“Le nostre preoccupazioni si sono avverate” afferma Giannì, osservando che l’incidente è avvenuto “tra imbarcazioni che dovrebbero esser dotate delle migliori tecnologie e in condizioni meteorologiche assolutamente ideali. In attesa dei risultati dell’indagine che deve accertare le responsabilità, ora possiamo solo sperare che le delicatissime procedure per disincastrare le due navi riescano ad evitare ulteriori dispersioni di combustibile in mare e, soprattutto, l’affondamento della portacontainer”. Il momento più delicato sarà quando si dovranno separare le due navi, osserva Greenpeace in una nota, “a quel punto si potrebbero verificare importanti sversamenti di idrocarburi che sarà necessario arginare. Si tratta del combustibile navale (in particolare della portacontainer cipriota) che usualmente contiene elevati quantitativi di sostanze tossiche e cancerogene (Idrocarburi Policiclici Aromatici e altro). Questo incidente, purtroppo, conferma la vulnerabilità dell’area, soggetta a intenso traffico navale e funestata da ripetuti incidenti. Purtroppo, gli allarmi lanciati da Greenpeace e da molti altri sono rimasti inascoltati e ben pochi passi avanti si sono fatti per garantire la sicurezza dei trasporti nel Santuario”.

Greenpeace ricorda infine che si batte da anni affinché il Santuario dei Cetacei “sia protetto sul serio e non solo sulla carta” e auspica “che questo ennesimo incidente non si riveli l’ennesimo disastro ambientale prevedibile”.