Un intervento ad alto contenuto tecnologico nel Centro di restauro della Soprintendenza di Sassari e Nuoro ha riportato alla luce un retablo del Quattrocento recuperato a Santa Vittoria de Su Sassu, chiesa campestre di Erula, in Anglona. Commissionato da don Francesco Tamponi, responsabile dell’ufficio per i Beni culturali della diocesi di Tempio-Ampurias, cui oggi la Soprintendenza ha formalmente riconsegnato il bene, è stato realizzato dalla restauratrice Elena Costantin.

I lavori hanno consentito la scoperta di un’opera distrutta in circostanze e in epoca da accertare. “La proditoria distruzione potrebbe risalire al 1580, quando sulla spinta del Concilio di Trento si procedette a un’imponente opera di sostituzione degli apparati iconografici della diocesi – spiega don Tamponi – o alla fine del 1700, periodo della concessione vescovile per la realizzazione dell’altare di Santa Vittoria”.

Il retablo fu scoperto nel 2011: si accertò che i suoi legni erano stati usati per realizzare il panchetto su cui poggia la statua di Santa Vittoria. Di quell’opera si svelerà tutto in un incontro pubblico domenica 14 ottobre alle 10 nella biblioteca centrale dell’Università di Sassari. In vista di quell’appuntamento don Tamponi lascia aperte due ipotesi. La prima è che il retablo sia stato realizzato dal Maestro di Castelsardo. “Lo diranno gli esperti del dipartimento di Analisi dei materiali dell’Università di Cagliari”, spiega. La seconda è che “l’effige di Santa Lucia recuperata nella stessa circostanza sia la parte mancante di un’opera riportata alla luce in passato”.