L’ordine degli ingegneri di Cagliari aveva già programmato per il 22 ottobre una giornata di dibattiti e riflessioni in occasione del decimo anniversario del disastro di Capoterra del 2008. e per ribadire che serve una programmazione urbanistica, ma la natura ha fatto più in fretta. E ribadito drammaticamente vecchi errori e vecchi problemi.

“L’elemento di cui si deve tenere conto – spiega il presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Cagliari Sandro Catta – sono i dati pluviometrici. Le statistiche che indicano una maggiore quantità di precipitazioni, devono incoraggiare un maggiore rigore nella pulizia delle canalizzazioni che, se ben effettuate, possono diminuire la possibilità di esondazioni e attenuare la forza dell’acqua”. Catta non nasconde le difficoltà di possibili interventi.

“Purtroppo – aggiunge – in questi decenni la programmazione urbanistica non ha tenuto conto delle condizioni peculiari del territorio. Si è costruito spesso dove non si doveva costruire. E sono venute meno tutte quelle possibilità di accorgimento che in qualche modo tenevano a bada i corsi d’acqua, dai canali ai reticoli secondari. Pensiamo ad esempio anche ai fossi che separavano un terreno agricolo da un altro e consentivo all’acqua di defluire in diverse direzioni”.

Però qualcosa si può fare. “La pulizia dei canali diventa a questo punto fondamentale – avverte Catta – dalle prime informazioni che abbiamo ci risulta che probabilmente qualche pulizia non sia stata fatta. E bisogna riverificare lo stato dei reticoli superficiali”.