comunali-forza-italia-and-quot-spera-and-quot-in-alessandra-zedda

Strappo in Forza Italia in Sardegna a poche ore dal tavolo della coalizione di centrodestra dove il cerchio sul futuro candidato governatore si sta chiudendo attorno al segretario Psd’Az-Lega, Christian Solinas: i consiglieri regionali, Alessandra Zedda, Antonello Peru, Stefano Coinu e Marco Tedde, il deputato Pietro Pittalis e l’europarlamentare Salvatore Cicu chiedono al presidente Silvio Berlusconi una nuova e immediata guida del partito. In pratica, un nuovo coordinatore regionale al posto dell’attuale Ugo Cappellacci.

“La direzione di Forza Italia in Sardegna – scrivono in una lettera – è da troppo tempo sminuita da un coordinamento regionale con una gestione individuale, senza confronto, che sta letteralmente svendendo la storia e il percorso del partito a scapito di tutti”. I sei si dicono “sconcertati dal mancato coinvolgimento dei territori, dei sindaci, degli amministratori locali, dall’esclusione continua dalle scelte più importanti per il destino del partito”. Per troppo tempo abbiamo assistito ad un’azione arbitraria, priva di risultati politici ed elettorali, che sta conducendo Forza Italia in un pericoloso baratro”.

“Oggi – concludono – abbiamo sentito il dovere di dire basta. Abbiamo il dovere di richiamare la ricchezza della nostra storia e di ciò che possiamo fare per la Sardegna. Siamo la Forza Italia ancora anima del partito – concludono – Pensiamo che, al fine di riportare Fi a lottare per affermarsi tra le persone e i loro bisogni ed essere ancora guida per la nostra Sardegna, occorra chiarezza, unità che solo l’autorevole e necessario intervento del presidente Silvio Berlusconi può garantire”.

“Invito al confronto chi oggi esterna senza riflettere, assicurando che anche le minoranze saranno sempre ascoltate, coinvolte e valorizzate”. Lo ha dichiarato Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, replicando agli esponenti azzurri che oggi hanno chiesto a Silvio Berlusconi un cambio alla guida del partito in Sardegna. “Un partito aperto al dialogo è sempre pronto ad ascoltare tutte le posizioni, anche quelle più distanti ed espresse da una minoranza – aggiunge il coordinatore – Le regole basilari e la responsabilità suggeriscono di confrontarsi, discutere e perfino scontrarsi nelle riunioni interne, peraltro già convocate a breve, anziché attraverso comunicati stampa. Resto pertanto aperto al confronto, alla sola condizione che si svolga nel suo alveo naturale, con il metodo democratico negli organi di partito”.