Sono tre i filoni di indagine seguiti dagli uomini del Nucleo investigativo della Forestale guidati dal commissario Fabrizio Madeddu, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla pm di Cagliari, Rosanna Allieri, sull’alluvione che ha colpito il sud Sardegna la scorsa settimana.

Il fascicolo, al momento senza indagati, è stato aperto con le ipotesi di reato di disastro ambientale colposo e omicidio colposo, in relazione alla morte di Tamara Maccario, la 44enne di Assemini trascinata via dalla furia dell’acqua mentre tentava di mettersi in salvo con il marito e le tre figlie, scampati miracolosamente alla tragedia. I primi accertamenti riguardano proprio il decesso della donna: gli investigatori dovranno verificare se la sciagura poteva essere evitare e se vi siano eventuali responsabilità penali.

Il secondo filone è legato invece a Nicola Campitello, il pastore di 38 anni di origine campana, disperso nella zona di Castiadas: le ricerche non si sono mai fermate, ma del corpo al momento non c’è alcuna traccia, sono stati ritrovati solo brandelli di vestiti. Il terzo e più complesso capitolo dell’inchiesta si riferisce ai danni subiti dalle infrastrutture e dalle abitazioni private in tutti i Comuni colpiti dai nubifragi della scorsa settimana, in particolare a Capoterra, Uta e Assemini. In queste ore gli uomini della Forestale stanno effettuando rilievi dettagliati, con sopralluoghi fotografici per “congelare” la situazione e fornire una prima relazione esaustiva alla Procura.

La fase successiva sarà l’acquisizione di documenti relativi alle infrastrutture danneggiate, a partire dalla statale 195 Sulcitana. Da quanto si apprende, i crolli e i cedimenti sulle strade, compresi quelli registrati sulla 195, si erano già verificati più o meno negli stessi punti in occasione delle precedenti alluvioni.