“Con un’operazione spregiudicata Onorato ha fatto approvare dai suoi consigli di amministrazione la fusione quella compagnia Moby con la Tirrenia. Si tratta dell’ennesimo maldestro atto di chi tenta di portar via dal capitale pubblico navi e denari, con l’unico obiettivo di mettere le mani sul patrimonio di Tirrenia e sul contributo milionario dello Stato. È semplicemente incredibile che si stia consentendo la fusione di due compagnie considerato che Onorato non ha ancora pagato i 180 milioni di euro che deve allo Stato per l’acquisto di Tirrenia. Onorato finisce per mettersi in tasca anche i 73 milioni di euro del contributo statale nonostante nella convenzione fosse esplicitato l’obbligo di una contabilità autonoma e separata. Con quest’operazione si sta tentando di mettere in capo alla nuova società, ancora senza un nome, tutte le navi non pagate da Onorato allo Stato”. Lo ha denunciato a Porto Torres il leader di Unidos Mauro Pili giunto al terzo giorno della marcia per la libertà della Sardegna contro gli abusi e soprusi di Tirrenia.

“Tutto ciò è inaccettabile considerato che un fatto societario di tale rilievo deve essere obbligatoriamente autorizzato dai ministeri competenti dei trasporti e dell’economia. Cosa stanno facendo i revisori dei conti dei due ministeri e soprattutto cosa intendono fare per bloccare questo progetto di fusione appena deliberato dalle due compagnie? Si tratta di un’operazione spregiudicata e scellerata che contrasteremo in ogni modo perseguendo le omissioni e le complicità che emergeranno in tutta la vicenda. L’accelerazione della fusione ha l’unico obiettivo di utilizzare il capitale patrimoniale di Tirrenia per ripianare la grave situazione finanziaria denunciata dall’agenzia di rating standard and Poors”.

Pili che ha già presentato un esposto alla Procura della Repubblica dj Roma relativamente al tentativo di vendere sul mercato internazionale almeno quattro navi del gruppo Tirrenia, senza averle pagate, ha preannunciato già dalle prossime ore la segnalazione alla stessa procura della Repubblica di questo ennesimo atto che appare chiaramente proteso a scippare il patrimonio di Tirrenia per fonderlo con la società nuova.

“C’è da domandarsi – ha concluso Pili – come sia possibile che su questa vicenda sia calato un vergognoso quanto complice silenzio da parte di forze politiche palesemente collusa con il sistema del trasporto marittimo. Ribadisco la richiesta urgente del sequestro di 180 milioni di euro dalla società di Onorato funzionali all’immediato saldo debiti con lo Stato”.