Secondo l’Osservatorio Inps tra il 2016 e il 2017 si registra nell’Isola una variazione nel numero delle assunzioni pari a +26,1%, con un +3,3% dei contratti a tempo indeterminato (in Italia i dati si attestano rispettivamente a +22,4% e -2,7%). Sempre nello stesso periodo le assunzioni femminili aumentano del 30,9% (+10,8% a tempo indeterminato).

Inoltre, in base ai dati Eurostat e Istat, si registra una flessione nel tasso di disoccupazione giovanile (ragazzi di età compresa tra i 15 e i 24 anni) con -9,5 punti percentuali dal 2016 al 2017: dal 56,3% al 46,8%. I dati sono stati diffusi durante l’inaugurazione del nuovo centro per l’impiego di Nuoro alla presenza del governatore, Francesco Pigliaru, dell’assessora del Lavoro, Virginia Mura e del direttore dell’Aspal, Massimo Temussi.

“Si tratta di un risultato importante ottenuto in un anno grazie al lavoro fatto – ha spiegato Pigliaru – significa che i nostri strumenti stanno funzionando e che stiamo facendo le cose giuste. Vuol dire che 4000 mila giovani in più hanno trovato lavoro. E’ la direzione giusta e noi proseguiremo in questa strada”. Nel frattempo a Nuoro circa 10mila disoccupati hanno sottoscritto il Patto di servizio personalizzato, necessario per la Naspi e per le politiche attive. Dall’inizio dell’anno sono stati oltre 12mila i colloqui effettuati dagli operatori Aspal che conta 28 centri in tutta l’Isola e 12 ulteriori sportelli decentrati.

“Siamo la regione più avanti di tutte in Italia – ha aggiunto il presidente – Quando una persona ha perso lavoro deve essere orientato mentre fino ad ora era abbandonato a se stesso” “Attraverso la lettura dei dati amministrativi e di quelli statistici – ha aggiunto Mura – siamo in grado di scorgere gli importanti traguardi conseguiti dalla Giunta sulle politiche attive per il lavoro, specie per l’occupazione femminile, che in Sardegna fa un balzo in avanti rispetto alla dimensione nazionale”. Temussi ha spiegato che il “nuovo ufficio racchiude il concetto base del progetto dell’Agenzia: non pensare più al lavoro in termini astratti ma inserirlo in una logica circolare che comprenda le imprese e favorisca l’integrazione”.