Violenta aggressione a Quartu Sant’Elena, in un salone di parrucchiera di una traversa di viale Colombo, accaduto poche settimane fa.

Un gruppo di cinesi avrebbe infatti reagito con la violenza all’apertura di un nuovo locale a un centinaio di metri dal quello di loro proprietà. Il video, pubblicato sui social solo in queste ore, è girato all’interno del locale dove è successo il fatto: si vede distintamente un portoncino d’ingresso divelto e il vetro sul pavimento. E poi urla e pianti disperati.

La storia. Tutto nasce dal licenziamento di ragazza sarda che lavorava come parrucchiera per un salone di cinesi. “Dopo più di un anno di stipendi monchi o non visti – racconta Paolella, titolare del salone sardo – l’hanno licenziata e mi ha chiesto aiuto. Io così ho aperto un salone per mia figlia e lei”.

La titolare cinese si quindi presentata nel nuovo salone una prima volta e ha minacciato la figlia del titolare e la nuova parrucchiera. Le due ragazze, preoccupate, hanno chiamato le forze dell’ordine. La polizia sembrava essere riuscita a calmare gli animi e impedire che le minacce alle due ragazze proseguissero.

“Invece dopo un’ora dal primo intervento della Polizia – continua Paolella – cinque cinesi sono tornati nel negozio e hanno circondato mia figlia, che è stata scaraventata sulla vetrata del locale e mandata all’ospedale”. La ragazza sarda ex dipendente del salone cinese nel video urla e piange. “Mi dispiace” sono le sue parole. “A quel punto abbiamo nuovamente chiamato le forze dell’ordine. Si è presentata la stessa pattuglia – sottolinea il titolare – e non ha però fatto nulla”.

“Questa è gente che non gradisce una leale concorrenza” commenta Mariano Paolella. “Sono rimasto perplesso dall’intervento della polizia. Lle autorità competenti non possono far passare lisce queste vicende. Quello successo è un atto intimidatorio vero e proprio. Dal mio punto di vista è piuttosto allarmante: sapendo che non serve fare denuncia si pensa sempre a farsi giustizia da soli”.