Tra il 2014 e il 2015 ad Ardara Gianfranco Camboni era stato costretto a mettere i propri beni all’asta. Ma ora i vertici di quella banca, insieme ai suoi beni potrebbero finire a processo per avere gonfiato i tassi d’interesse.

“Partita dalla messa all’asta dell’azienda agricola Camboni-Soddu di Ardara – è il racconto de La Nuova Sardegna – è arrivata a bussare alle porte dei vertici del Monte dei Paschi di Siena la contestazione di tassi usurari che sarebbero stati applicati dalla banca al mutuo chiesto dalla famiglia sarda per mettersi al riparo dai danni di alcune annate disastrose. Irregolarità pesanti, individuate nei tassi di mora calcolati nel 2008 su un mutuo chiesto nel 2000. Mutuo, che stando alle analisi compiute dagli esperti, sarebbe stato gonfiato di circa dieci punti percentuali trasformando così l’iniziale prestito di 600 milioni di lire in una somma impossibile da pagare”.

L’azienda di Camboni e della moglie Soddu era stata quindi messa all’asta e venduta. Ma quando l’ufficiale giudiziario si recò per prendere l’azienda, nel lontano 2014, a difesa della famiglia si schierarono diversi movimenti, come quello di Bardania Natzionale, il Movimento Pastori, le associazioni di categoria, le parti politiche, persino l’Anci con il Comune di Ardara, si schierarono dalla parte dell’allevatore.

“La speranza – racconta ancora La Nuova – è nata dalla recente decisione del gip Giancosimo Mura di ordinare alla Procura la formulazione del capo di accusa nei confronti di dieci membri del consiglio di amministrazione della banca Monte dei Paschi di Siena”. Possibili infatti alcuni tassi gonfiati e alcune anomalie alla quale rispondere.