Migliaia di persone e studenti sono scesi in piazza davanti all’ex ambasciata degli Stati Uniti a Teheran e in altre citta’ iraniane, urlando slogan come ‘abbasso gli Usa’ e ‘abbasso Israele’. I manifestanti hanno anche dato fuoco a una bandiera degli Stati Uniti e a una dello Stato ebraico. Le manifestazioni sono state organizzate per celebrare il 39o anniversario del sequestro dell’ambasciata americana e arrivano un giorno prima dell’entrata in vigore delle sanzioni reintrodotte dal presidente americano Donald Trump.

“Non abbiamo paura degli Stati Uniti e metteremo il presidente Donald Trump in ginocchio. Non abbiamo paura delle sanzioni”, spiega all’ANSA un giovane studente universitario, Yasser. “Le sanzioni di Trump contro il popolo iraniano ci hanno resi uniti – sostiene invece un’insegnante di 45 anni -: da una parte dice che è al fianco del popolo iraniano, dall’altra causa sofferenze alle persone attraverso le sanzioni e l’indebolimento della nostra economia”.

“Il presidente americano ha messo tutto all’asta e ha sperperato la credibilità che rimaneva dell’America e della democrazia liberale”, ha detto ieri l’ayatollah Khamenei intervendo a Teheran all’indomani dell’annuncio delle sanzioni Usa verso l’Iran.   “L’obiettivo americano con le sanzioni è paralizzare e frenare l’economia dell’Iran, ma il risultato è che la spinta all’autosufficienza si è espansa nel paese: negli anni la nazione iraniana si era abituata a importare tutto, ma ora è abituata a cercare di produrre tutto”, ha aggiunto.

Venerdì l’amministrazione Trump ha annunciato il ripristino di tutte le sanzioni Usa sull’Iran che erano state revocate con l’accordo sul nucleare del 2015. Le sanzioni riguardano i settori dell’energia, del trasporto marittimo e quello finanziario. Si tratta della seconda tranche di misure restrittive reintrodotte dall’amministrazione Trump dopo l’uscita degli Usa dall’accordo sul nucleare iraniano del luglio 2015. Ad essere penalizzati saranno soprattutto i Paese che continuano a importare petrolio dall’Iran e le società che continuano a fare affari con individui od entità inserire nella ‘lista nera’ degli Usa. Il segretario di stato Mike Pompeo e quello al tesoro Steve Mnuchin hanno spiegato che le sanzioni resteranno in vigore fino a che Teheran non finirà di sostenere il terrorismo, rinuncerà al suo coinvolgimento militare in Siria e fermerà completamente i suoi programmi nucleare e missilistico.