Due manifestazioni in contemporanea mentre in Consiglio regionale si discute la proposta di legge sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas che prevede l’inserimento dei 5500 dipendenti nel comparto unico di contrattazione collettiva regionale. Due le fazioni in campo: da una parte, in piazza del Carmine, i sindacati confederali (Foai-Cgil, Flai Cisl e Uila-Uil) sostengono con poco più di 200 persone che il Testo Unico non è adeguato alle esigenze forestali; dall’altra parte, in piazza Garibaldi, sono molti di più.

Almeno in cinquecento riuniti dagli autonomi Confederdia, Sadirs e Cateofor che sposano in toto il provvedimento all’esame dell’Assemblea. Le due manifestazioni sarebbero dovute confluire in via Roma, davanti al palazzo del Consiglio, ma questo non sarà possibile per motivi di ordine pubblico. Rita Poddesu (Cgil) parla di una “proposta lesiva per i diritti dei lavoratori che comporterebbe un aggravio economico per la Regione, un demansionamento dei dipendenti che, tra l’altro, perderebbero diritto a una serie di indennità”. Inoltre, dei 5500, “1350 sono lavoratori semestrali e l’inquadramento previsto dalla pdl non li contempla, così perderebbero l’indennità di disoccupazione”. Per Bruno Olivieri (Cisl), “la proposta è irresponsabile, soprattutto danneggerebbe i 1350 che non avrebbero più certezza di essere riassunti”.

“Nessuno – dice Gaia Garau (Uil) – pensi di metter mano sui diritti acquisiti degli operai forestali a tempo indeterminato e non”. Di parere contrario Gianluca Cinus di Confederdia e Alberto Atzori di Sadirs. Il primo dice che “qui in piazza Garibaldi ci sono i lavoratori, non le categorie chiamate a raccolta come nell’altra piazza” e ricorda che “abbiamo un contratto da braccianti agricoli che risale a 50 anni fa”. Atzori sostiene che “il contratto regionale darà più garanzie di quello attuale” e che i 1350 semestrali “non correranno alcun pericolo: non è vero, come peraltro chiarito dall’Inps, che dovranno rinunciare alla disoccupazione”.